Caccia, inviato speciale web
«Strade troppo pericolose»

La prima tappa del Giro d’Italia si è dunque conclusa con la poderosa volata di Petacchi su Cavendish e i girini possono tirare un grosso sospiro di sollievo: il finale di corsa è stato davvero difficile, caratterizzato da un circuito troppo pericoloso.

Questo è il pensiero del nostro inviato speciale Diego Caccia, secondo cui la giornata è stata caratterizzata dall’ennesima stima d’amore della gente per la corsa rosa e dalla sfortuna. «Fortunatamente, esordisce l’atleta bergamasco, siamo riusciti a limitare i danni. Il nostro velocista di punta Robert Hunter è stato coinvolto in una caduta, urtando la telecamera di un improvvisato fotografo: per fortuna ha rimediato solo una contusione alla clavicola, ma non è riuscito a partecipare alla volata».

Il finale di tappa è stato funestato dalle cadute: «Il nostro capitano Mauricio Soler - continua Caccia - si è dovuto appoggiare a una transenna per evitare una di finire a terra; il gruppo si è così rotto in due e io e il mio compagno Cheula abbiamo iniziato l’inseguimento. Mauricio ha perso però 51": ora aspettiamo le montagne dove potrà fare la differenza».

Il ventisettenne bergamasco è rimasto impressionato dalla pericolosità del circuito finale: «Le strade erano strette e addirittura un tombino si è staccato ed è stato colpito dal ciclista della Milram Russ, che ha così concluso la sua corsa in ospedale». Russ ha accusato la frattura a una clavicola e si è dovuto ritirare.

Lunedì 11 maggio è in programma l’ultima tappa prima delle montagne (Grado–Valdobbiadene di 198 km) e Caccia sottolinea che il finale non sarà diverso da quello di oggi: «Si prospetta l’ennesimo scontro in volata tra Cavendish e Petacchi e le loro squadre baderanno a tenere la corsa compatta; il mio team non si esporrà troppo, sperando che Hunter sia nelle condizioni per disputare la volata».
 Simone Masper

© RIPRODUZIONE RISERVATA