Fia: Ferrari iscritta al Mondiale
Risposta: «Confermiamo il no»

Se c'è un bluff qualcuno lo sta portando all'esasperazione. Tanto da mettere a rischio il futuro di qualche team storico, se non della Formula 1 stessa. Il giorno della verità, la scadenza che doveva sancire in un modo o nell'altro la fine del muro contro muro tra la Federazione Internazionale dell'Automobile e l'associazione dei team di Formula 1, si è trasformato nell'ennesima tappa di una via crucis molto più lunga della crisi incentrata sulle possibili restrizioni al budget delle scuderie.

La Formula Caos è un'abitudine da anni, tanto da rendere più che mai calzante, e per nulla lusinghiero, il nomignolo di «circus» che il Mondiale si cuce addosso da sempre come un vezzo. Il glamour, i piloti come icone e le gare fatte di sorpassi e coraggio sono un ricordo.

La classe regina dell'automobilismo sembra sempre più vicina al punto di rottura, per la guerra aperta tra la federazione di Parigi e i team «ribelli». Gli stessi team, come Ferrari e McLaren Mercedes, divisi nel passato più o meno recente da bisticci poco edificanti e scandali veri e propri, come il tormentone dei diffusori montati dalle Brawn GP o la spy story a danni della casa di Maranello.

Di certo - nel bel mezzo di un campionato poco credibile, che per le liti tra i team a primavera inoltrata non poteva assicurare la certezza dei risultati delle prime due gare - c'è che la Fia stamattina ha pubblicato un elenco di 13 squadre iscritte al Mondiale di Formula 1: di queste tre sono esordienti (Campos, Manor e US F1) e per la Fia sono certe di partecipare alla prossima stagione con Ferrari, Toro Rosso, Red Bull, Williams e Force India, mentre le restanti cinque compaiono in fondo alla lista con l'asterisco dell'iscrizione con riserva (McLaren Mercedes, Bmw Sauber, Renault, Toyota e Brawn Gp).

La Fia, adesso, vuole che siano questi team con un piede dentro e l'altro chissà dove a cancellare l'asterisco e consegnarsi al Mondiale 2010 senza discutere il tetto al budget voluto da Mosley. La nuova scadenza è fissata a venerdì 19 giugno ed è già cosa certa che nei prossimi sette giorni la Formula 1 farà parlare di sé per le riunioni in cui Fota e Fia cercheranno un punto d'incontro. Magari, come chiesto pubblicamente dai team, con la mediazione del Consiglio Mondiale della federazione.

Senza intesa le otto squadre ribelli sono pronte all'esodo. Con la Ferrari in testa. Perché le novità volute dalla Fia rappresentano una minaccia per la posizione di supremazia che i top team sentono di dover avere per diritto e blasone, come poche settimane fece intendere Flavio Briatore (boss Renault) definendo poco credibile un Mondiale dominato dalle monoposto della scuderia esordiente di Ross Brawn (Briatore l'ha paragonata a una Reggina vincitrice dello scudetto).

La casa di Maranello non ha modificato la sua posizione, ribadendo di non essere legata al Mondiale 2010 da alcun obbligo contrattuale. La Fia, che ritiene invece svincolate le cinque scuderie che hanno conservato la riserva, è convinta che accordi stipulati anni fa facciano della prossima stagione un obbligo: per Ferrari, Red Bull e Toro Rosso.

Il Cavallino, che in questo 2009 da incubo le sta prendendo di santa ragione da una scuderia che fino a sei mesi fa neanche esisteva, non ci sta e gioca la stessa carta della Fia: quella di chi è inamovibile e sente di essere dalla parte della ragione.

«Il 29 maggio scorso la Ferrari ha presentato un'iscrizione al campionato del mondo Fia di Formula 1 soggetta a determinate condizioni. A tutt'oggi tali condizioni non sono state soddisfatte», recita la nota diffusa da Maranello: «Nonostante ciò e nonostante un invito scritto alla Fia a non procedere in tal senso - continua la nota -, la Federazione ha incluso la Ferrari nella lista come partecipante senza condizioni al prossimo campionato del mondo di Formula 1. Al fine di evitare ogni dubbio, la Ferrari riafferma che non parteciperà al campionato del mondo Fia di Formula 1 del 2010 con un regolamento adottato dalla Fia in violazione di diritti della Ferrari sanciti da un accordo scritto con la Federazione stessa».

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