Maratona di New York: Bourifa
tredicesimo e primo italiano

Il sogno era un piazzamento nei primi dieci, la realtà è uno splendido tredicesimo posto. Il campione italiano della maratona Migidio Bourifa a 40 anni suonati per la prima volta si è presentato al via della gara più famosa del mondo, e oltre a essere il miglior italiano al traguardo, si è fermato a un passo della top ten.

Il bergamasco dell’Atletica Valle Brembana ha «divorato» le strade della Grande Mela in 2h16’01", un tempo in assoluto non eccezionale sui 42.195 metri, ma senza dubbio di valore per un percorso come quello newyorkese che non favorisce grandi tempi.

Se dall’atleta di Casnigo sono arrivati piacevoli conferme, la corsa per il successo in occasione del 40° compleanno della maratona di New York ha regalato molte sorprese. A dispetto dei pronostici, si sono aggiudicati la corsa della Grande Mela Durartu Tulu, la prima etiope a compiere tale impresa, e Meb Keflezighi, che ha rotto il lungo digiuno americano: era dal 1982 che un atleta statunitense non vinceva la maratona. Va comunque detto che il 34enne Keflezighi è eritreo di nascita, ed è diventato americano nel 1998, dopo che per alcuni anni da bambino ha vissuto anche in Italia, in Brianza.

Tulu e Keflezighi hanno battuto così i pronostici, che indicavano super favorita Paula Radcliffe fra le donne e Robert Kipkoech Cheruiyot per gli uomini. L’atleta etiope, la prima africana a conquistare un oro olimpico nei 10.000 metri e madre di due figli, ha chiuso in 2h28’52", precedendo di otto secondi la russa Ludmila Petrova e di 24" Christelle Daunay, prima francese a salire sul podio negli ultimi venti anni. L’inglese Radcliffe, da subito in testa, è stata invece costretta nel finale a rallentare decisamente la propria andatura a causa di problemi al ginocchio sinistro: ha tagliato il traguardo zoppicante in quarta posizione in 2h29’27". Prima azzurra al traguardo Lara Mustat, 63ª in 3h02’49".

Fra gli uomini il successo è andato al californiano d’Eritrea Meb Keflezighi, primo in 2h09’15": indossando una canottiera con la scritta «Usa» Keflezighi ha tagliato il traguardo fra un pubblico in delirio. È il primo americano a vincere a New York dopo 27 anni. E per Keflezighi la vittoria - come ha lui spesso sottolineato - ha un sapore speciale. Nato in Eritrea in un villaggio senza elettricità, Keflezighi ha ottenuto la cittadinanza americana, di cui va fiero come ha dimostrato nei pressi del traguardo indicando più volte la scritta «Usa». «Gli Stati Uniti mi hanno offerto tutte le possibilità del mondo: un’educazione, lo sport, uno stile di vita. E questa vittoria - ha precisato - per me è speciale».

Robert Kipkoech Cheruiyot, il keniano «Re di Boston», soprannome che si è guadagnato vincendo più volte la celebre maratona della città dei Celtics, si è piazzato invece al secondo posto in 2h09’56" cedendo, dopo un testa a testa, la prima posizione a Keflezighi all’interno di Central park, cioè nel tratto finale della maratona. Terzo il marocchino Jaouad Gharib in 2h10’25".

Per l’Italia, oltre a Bourifa, altri otto azzurri nei primi cinquanta, con il secondo al 22° posto (Antonio Liuzzo in 2h22’36"). Sotto un cielo grigio ma senza pioggia, ai nastri di partenza si sono presentati 43.741 atleti, tra cui oltre 3.500 italiani e una sessantina di bergamaschi. A festeggiare i partecipanti lungo le strade della città - secondo le stime degli organizzatori - sono scese in piazza circa 2 milioni di persone, contro i 330 milioni in tutto il mondo che hanno seguito la gara in televisione.

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