«A 31 tranquilli ma non salvi»
Livaja fuori anche contro la Lazio

Colantuono: «Ho sentito che qualcuno ha detto che il Chievo aveva la partita in mano, ma dove e quando? Il Chievo ha fatto un gol su nostro errore su palla inattiva e dopo hanno avuto un’altra occasione, ma per il resto non hanno fatto altro».

Dopo la vittoria ottenuta nel finale contro il Chievo Verona, in casa Atalanta è tornato a parlare il tecnico Stefano Colantuono, che non si è ancora del tutto rimesso dopo l’influenza che lo ha colpito nel week end, ma che ha voluto alzare la voce difendendo Brienza dall’attacco di pochi tifosi e facendo sapere la sua a chi ha visto ben altra partita.

«Ho sentito che qualcuno ha detto che il Chievo aveva la partita in mano, ma dove e quando? Il Chievo ha fatto un gol su nostro errore su palla inattiva e dopo hanno avuto un’altra occasione, ma per il resto non hanno fatto altro. Se Raimondi butta dentro il 2-0 il match è finito, senza dimenticare il tiro di Bonaventura. Sono una squadra ostica, che in trasferta fa belle prestazioni, ma da qua a dire che aveva la partita in mano ce ne passa. Siamo stati noi ad avere in mano il match ed il difetto di non aver messo al sicuro il risultato, come capitato in altre occasioni».

Il tecnico atalantino non le manda a dire a chi ogni volta critica Ciccio Brienza, fortemente voluto dallo stesso allenatore la passata stagione. «I tifosi domenica ci hanno scortato nella strada per arrivare allo stadio con grande incitamento, nonostante l’ultima volta in casa abbiamo perso 4-0, non succede da tutte le parti e li ringrazio. Non ringrazio quei 4-5 tifosi che hanno fischiato Brienza prima che entrasse in campo. Non è giusto, è scorretto: chi mette la maglia dell’Atalanta va incitato, poi uno può contestare alla fine o quando si sbaglia. Rischia di diventare un gioco al massacro, perché anche un giocatore d’esperienza può pagarne le conseguenze: se volete farlo fatelo con me, perché i giocatori vanno difesi, non fischiati a priori; questa gente se ne può stare a casa, significa non avere lo spirito atalantino».

Colantuono si coccola poi i suoi gioielli del centrocampo: scegliere chi debba star fuori tra Baselli, Carmona e Cigarini diventa dura. «Baselli ha fatto una buona partita, giocare con continuità in un campionato come questo lo aiuta a crescere. E’ normale che Cigarini veda la giocata prima, ma solo per una questione di esperienza. Sono contento per il Ciga, ha dimostrato di tenere a questa squadra, di essere un professionista serio, è stato fuori 3 partite ed è entrato molto bene. Non c’è problema, era e rimane uno dei titolari di questa squadra. Complimenti ad entrambi, possono giocare insieme se c’è testa e voglia di sacrificarsi. Poi c’è Carmona: averlo o non averlo fa la differenza, perché si sobbarca il lavoro più sporco a metà. Ha ancora ampi margini di miglioramento, va lasciato tranquillo e può diventare uno dei migliori centrocampisti del campionato».

Colantuono è fiero della sua Atalanta, del suo lavoro ed i numeri sono dalla sua parte, ma non fa troppi salti in avanti, come suo stile, e aspetta la salvezza automatica. «Non guardo più in là di domenica, a 31 non siamo ancora salvi, ma relativamente tranquilli. Non voglio segnali d’appagamento, bisogna avere un occhio di riguardo verso chi ci precede e continuare a giocare e a soffrire fino alla fine. Domenica andremo in casa della Lazio, ma non andiamo a Roma a trovare il Papa. Sono contento quando l’Atalanta rispetta i suoi programmi, che ancora non abbiamo raggiunto: mi manda fuori di testa che in trasferta siamo penultimi, mi dà noia, non mi era mai successo. Non mi dà fastidio se qualcuno si propone su questa panchina, può succedere nel nostro mondo: Bergamo è un’isola felice, ma servono i risultati, e io ultimo non ci sono mai stato».

Per quanto riguarda il caso Livaja, fuori rosa, il tecnico romano ha affermato che nemmeno nella prossima sfida, in programma domenica 9 a Roma contro la Lazio, il croato farà parte della squadra.

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