Anche Osvaldo Bagnoli
fra i campioni del fair play

Il Panathlon International Club di Bergamo ha premiato i campioni del fair play. La cerimonia nella sala consiliare della Provincia, alla presenza del presidente provinciale Matteo Rossi e dell’assessore allo sport del Comune di Bergamo Loredana Poli.

Gli ospiti d’onore, vincitori dei Premi Fair Play 2014, sono stati Osvaldo Bagnoli, Cristina Radici e Tommaso Marino.

A Marino, playmaker della Remer Treviglio, il riconoscimento è andato per il suo impegno nel progetto «Slums Dunk», che mira a migliorare, attraverso la pallacanestro, le condizioni dei giovani che vivono nella aree economicamente e socialmente degradate di Nairobi, in Kenya.

Per Cristina Radici, presidente di Play Sport Academy, il premio è invece arrivato per la promozione tramite lo sviluppo di un progetto di crescita dei bambini, promuovendo lo sport, ed in particolare lo sci.

A distanza di quasi 30 anni, era la primavera del 1985, è tornato a Bergamo Osvaldo Bagnoli, l’allenatore del Verona che vinse lo storico scudetto del 1984/1985 proprio al Comunale. Con lui c’erano anche alcuni dei suoi giocatori, come il capitano Roberto Tricella, Pietro Fanna e Domenico Penzo.

A Bagnoli il premio fair play è stato assegnato proprio per quel successo, l’ultimo di una provinciale nel campionato di calcio italiano, sintomo di un calcio che non c’è più, e di uomini che nel calcio di adesso non hanno più voluto impegnarsi, come i protagonisti della serata, ad eccezione di Fanna, cresciuto nell’Atlanta, che collabora con una radio veronese.

«Quel successo è stata la mia fortuna per tutta la vita: sono stato giocatore e allenatore di tante altre squadra, ma il momento più importante della mia carriera resta quello - ha affermato Osvaldo Bagnoli -. Una volta era un calcio più genuino, adesso è più pensato: il nostro successo è difficile da ripetersi, deve capitare la società giusta e un gran gruppo di ragazzi, che fu la mia fortuna».

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