Ancora un ko in trasferta
È dura con mille assenze

Ennesima sconfitta dell’Atalanta in trasferta (la settima su otto gare di campionato). Ma è un ko, l’ultimo, che farà, sicuramente, discutere in maniera animata. A poco più di dieci minuti dal termine i nerazzurri in vantaggio con l’applaudito gol di Denis.

Ennesima sconfitta dell’Atalanta in trasferta (la settima su otto gare di campionato). Ma è un ko, l’ultimo, che farà, sicuramente, discutere in maniera animata. A poco più di dieci minuti dal termine i nerazzurri, in vantaggio con l’applaudito gol di Denis nel primo tempo, si stavano avviando a celebrare una vittoria oltremodo meritata.

Poi, però, nel finale è sopraggiunto il patatrac con il Verona abile a ribaltare il risultato. Che dire? Semplice: per gli atalantini il classico dalle stelle alle stalle in rapida successione. In altre parole elogi a destra e a manca (sia sotto l’aspetto individuale e del collettivo) dopodichè valutazioni diametralmente opposte.

Certo, se si fosse concretizzato il blitz allo stadio «Bentegodi» si starebbe parlando con toni entusiastici specie al pensiero di una formazione imbottita, giocoforza, di seconde linee. Ma assenze importanti come quelle di Bonaventura, Cigarini, Moralez, Stendardo, Yepes e capitan Bellini, arduo poterle non pagare con gli interessi del caso.

Da tenere conto che gli avversari erano chiamati, per di più, a reagire con ogni forza agonistica, davanti al proprio pubblico, dopo gli ultimi risultati da mani nei capelli. E con l’ormai etichettato incubo-trasferta il margine sulla zona rossa, in graduatoria, si riduce a quattro lunghezze.

Lo stesso sarebbe, comunque, ancora discreto se ci si dimenticasse del calendario che ci attende. Trasferte di Genova (Genoa) e di Milano (Milan) e a Bergamo con la Juventus (per fermarci ai tre prossimi impegni) non promettono, del resto, la collocazione di altro fieno in cascina. Ma al diavolo il pessimismo, ipotizzare una immediata svolta non sarebbe fuori luogo a patto di rivedere, da domenica a «Marassi» l’Atalanta formato casalingo.

Arturo Zambaldo

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