Arrestato Manenti, presidente del Parma
L’accusa: capitali illeciti e carte clonate

Il presidente del Parma, il manager bergamasco Giampietro Manenti, è stato arrestato con l’accusa di reimpiego di capitali illeciti dalla Guardia di Finanza.

Manenti, che aveva rilevato il club sull’orlo del fallimento senza però far mai fronte agli impegni economici presi, è finito in manette nell’ambito di un’operazione della Procura di Roma che ha visto il fermo di altre venti persone.

Dalle prime ore della mattina di mercoledì i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma hanno eseguito una vasta operazione delegata dalla Procura della Repubblica della Capitale, con l’arresto di 22 persone per reati di peculato, associazione a delinquere, frode informatica, utilizzo di carte di pagamento clonate, riciclaggio ed autoriciclaggio aggravato dal metodo mafioso e l’esecuzione di oltre 60 perquisizioni su tutto il territorio nazionale.

Il gruppo criminale avrebbe tentato di mettere a disposizione del patron del Parma Giampietro Manenti 4,5 milioni di euro attraverso «provviste finanziarie su carte di credito clonate attraverso l’uso delle somme in operazioni commerciali come sponsorizzazioni, gadget e abbonamenti allo stadio». Lo ha detto il procuratore aggiunto di Roma Michele Prestipino. L’operazione di riciclaggio non è andata a buon fine per problemi tecnici e a quel punto sono intervenuti i finanzieri.

«Le indagini hanno avuto diverse complessità nella loro esecuzione, ma contemporaneamente si caratterizzano per l’estrema velocità, visto che sono durate tre mesi, e per questo faccio i complimenti ai miei uomini per la velocità con la quale hanno svolto il loro lavoro». Così il colonnello Cosimo Di Gesù, comandante del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Roma «Abbiamo utilizzato oltre 200 uomini, e sono state eseguite 65 perquisizioni in diverse città».

«Non me l’aspettavo». Così il manager Fiorenzo Alborghetti, che all’inizio dell’avventura aveva affiancato Giampietro Manenti, commenta l’arresto del presidente del Parma. «Avevo la sensazione che si trattasse di una persona che al massimo millantasse di avere dei capitali senza però avere niente in mano - ha detto Alborghetti - ma da quello che traspare non è così. La moglie fa la badante, vivono con la pensione della madre... Però meglio così: ce lo siamo tolti di mezzo».

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