Atalanta, basta consolarci sul gioco
La classifica invoca subito punti

Non è più tempo di consolarsi al pensiero del bel gioco offerto, sia pure a tratti, dall’Atalanta nelle ultime gare con Fiorentina e Inter. Costruttivo, viceversa, meditare sui 7 gol incassati (3 i realizzati) e relativa classifica inevitabilmente peggiorata.

I fraseggi deliziosi e le pennellate di classe le lasciamo volentieri ai club dai budget miliardari con il dovere di puntare a scudetti e Coppe europee. Siamo l’Atalanta, «accontentiamoci» nel constatare l’oltre mezzo secolo di dignitosa permanenza nella massima divisione nazionale. Ed è l’obiettivo da raggiungere anche nella corrente stagione sportiva. Per centrarlo servono i punti e null’altro. Non a caso mister Stefano Colantuono andò felicemente a cercarli in occasione dei quattro pareggi di fila di circa un paio di mesi fa. Qualcuno, allora, storse il naso per quelle prestazioni giudicate sottotono ma risultate redditizie.

Se non fosse arrivato quel poker di punti, adesso, non disporremmo del prezioso paracadute in grado di tenere distante la zona rossa (Cagliari) di tre lunghezze più una per gli scontri diretti a favore. Torniamo, dunque, all’antica rimanendo saldamente blindati alle nostre origini ultracentenarie. Spostiamoci sull’analisi del dopo partita di Stendardo puntualmente riflessivo: «Con Fiorentina e Inter – ha detto - la squadra ha fornito prove, tutto sommato, buone ma condite da errori individuali e collettivi sui quali dobbiamo migliorare».

Capito? Sotto esame, tanto per cominciare, riteniamo la difesa divenuta perforabile da far paura e un attacco a corrente alternata. Certo, lo stesso calendario non ci tende una mano visto che nell’anticipo di venerdì sera, a Torino, ci accoglierà l’ insaziabile Juventus vogliosa di riscattare subito il sorprendente 2-2 di Cesena. Agli eventuali complimenti per il «bel gioco» che dovessero attribuirci preferiremmo si sa cosa. E su questo copione vorremmo ripeterci fino al termine del campionato.

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