Atalanta, contro il Cesena
una sfida di ex e di nervi

Se si confronta la qualità degli organici dell’Atalanta e dei romagnoli, scegliere l’uno fisso per la sfida di domenica all’«Atleti Azzurri d’Italia» parrebbe scontato.

Del resto la rosa dell’undici romagnolo è imbottita di giocatori nerazzurri, parecchi dei quali, sempre con cartellino di marca nerazzurra. Giocatori, in altre parole, concessi in prestito al Cesena in quanto difficilmente utilizzabili da noi lungo il campionato. Poi l’ imprevedibilità in tema calcistico è dietro l’angolo, tanto che la «succursale» atalantina si trova soltanto staccata di tre lunghezze dalla casa madre.

La necessità dell’Atalanta di portare a casa ad ogni costo l’intera posta in palio è sacrosanta e non solo per una questione di valori in campo. Ad esigerlo è la deludente classifica, mai così brutta da quattro stagioni a questa parte. Tra il dire e il fare, però, si dice che ci sia di mezzo il mare: un adagio da tenere doverosamente e rigorosamente in conto. Sì, perché non sta scritto da alcuna parte che nello sport a prevalere debba essere per forza il complesso più competitivo sulla carta.

A volte, infatti, il cocktail testa-muscoli riesce a sovvertire pure i pronostici più scontati della vigilia. Premesso questo, e tornando all’Atalanta, c’è da confidare in un Colantuono, questa volta più psicologo che stratega dal punto di vista tecnico-tattico. Senza sostituirci (ci mancherebbe!) al nostro allenatore (che all’ Atalanta ha raccolto risultati decisamente migliori dei predecessori) privilegeremmo proprio l’approccio mentale del gruppo. Affrontare il match in questo modo funzionerebbe da traino anche per i supporters: diversamente, il manto erboso si trasformerebbe in una montagna difficile da scalare. E a trarne vantaggi sarebbe quindi il Cesena che, anche se inferiore sotto molteplici aspetti potrebbe però sovvertire tutti i pronostici.

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