Atalanta e il mercato di riparazione
Squadra che vince non di tocca?

Perché l’Atalanta avrebbe dovuto ricorrere al mercato di riparazione invernale? L’ottavo posto in campionato, i sedicesimi di finale in League e le semifinali di Coppa Italia stanno a dimostrare coi fatti la bontà dell’organico.

Nessun «botto» dunque, nel mercato di gennaio, solo movimenti di poco rilievo in entrata e in uscita. Il bilancio è comunque positivo visto che la società è riuscita a mantenere a Bergamo, almeno fino alla fine della stagione, due big, Caldara e Gomez, che avrebbero potuto prendere strade diverse. Anche la «blindatura» di Cristante, che da molti era già considerato con la valigia pronta, è un valore aggiunto da non sottovalutare.

È vero che Gian Piero Gasperini aveva invocato, a più riprese, l’arrivo di una terza punta, ma seppur legittima, la richiesta non è stata esaudita. Il reparto, comunque, non può essere considerato scoperto vista la presenza di Cornelius e Petagna (in ordine alfabetico) e con la recente promozione in prima squadra del diciannovenne Barrow, etichettato all’unanimità un autentico talento. Resta solido e rirremovibile anche il pacchetto difensivo e il centrocampo. Sempre su richiesta del mister piemontese, si è avuta una riduzione dei componenti della rosa (da 26 pedine a 24 compresi i tre portieri) e un suo ringiovanimento. Insomma, non ci sembra proprio male andare avanti fino alle fine con questo organico.
Voto personale alla «nuova» Atalanta: 8/9.

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