Atalanta, il «difendere-attaccando»
garanzia del prodigioso quarto posto

Il «difendere attaccando» credo calcistico invocato da Gian Piero Gasperini e messo in atto dalla squadra ha fin qui prodotto gli strabilianti 7 gol al Lecce oltre, naturalmente, a porre consistenti basi per un nuovo accesso alla prossima Champions.

Pensate che la capolista Lazio ne ha totalizzati 60, l’Inter 49 e la pluriscudettata Juventus 48. E gonfiare la porta avversaria, da che calcio è calcio, è sinonimo per i tifosi di scaricare di volta in volta adrenalina incontenibile. L’Atalanta-settebello non è una novità visto che già in questo torneo ci aveva deliziato contro il Torino (in trasferta) e l’Udinese a Bergamo.

Veder applaudire a gara ultimata i supporter pugliesi la nostra formazione rappresenta un valore aggiunto che si commenta da solo. Alla faccia, sempre a Lecce, della difesa in emergenza (assenti un paio di titolar sul dispositivo tattico a tre) e perchè no della settimana trascorsa magari non al massimo della distensione a causa degli aggiornamenti sul coronavirus.

Nemmeno ha sfiorato nei giocatori il pensiero sulla decisiva trasferta di Valencia in programma mercoledì 10 marzo. In altre parole questa Atalanta-prodigio sa anche gestire mentalmente ad hoc i vari impegni al di là delle rispettive valenze.

Ultima annotazione, tornando al roboante verdetto in Puglia: nonostante si fosse sul 5-2 si è notato che dalla panchina il Gasp (perennemente in piedi) incitava con eloquenti gesti ad attaccare. Sissignori, questa è l’Atalanta.

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