Atalanta, il ruolo di Raimondi
Non si vede ma si... sente

Il giocatore atalantino, nonostante i 35 anni, riveste ancora un ruolo molto importante nella rosa, seppure quest’anno giochi poco. Ecco il perchè.

D’accordo i gioiellini diventati di colpo «gioielloni» (Caldara, kessie, Gagliardini, Petagna) e il pezzo da novanta Gomez (seguito a breve distanza dai gettonati Masiello e Kurtic) ma estromettere Raimondi dall’ Atalanta dei prodigi sarebbe sicuramente ingeneroso oltreché non obiettivo. Sì perché il Cristian originario della Valle Brembana, nonostante i 35 anni sul groppone, merita ancora la più alta considerazione nell’ entourage nerazzurro. Innanzitutto, c’è da starne certi, che non appena mister Gasperini gli strizzerà l’ occhio, lo ripagherà con i dovuti interessi sul manto erboso. Senza contare la funzione da impareggiabile uomo-spogliatoio. Da aggiungere l’ esempio di professionalità e l’attaccamento alla maglia che trasmette in ogni istante ai compagni di squadra, giovani e anziani nessuno escluso.

Questa per Raimondi è la settima stagione sportiva di fila in nerazzurro. Sulle poche presenze in campo, oggi come oggi, nessuna polemica da parte sua. Anzi, l’ esatto contrario. «Cosa primaria che mi rende felice –ha sostenuto di recente nella Festa degli auguri degli “Amici” dell’ Atalanta- è appartenere a questo meraviglioso gruppo in corsa per centrare obiettivi ritenuti da sogno. Quanto alla fascia di capitano, mi inorgoglisce al punto da farmi accapponare la pelle, considerando per di più chi mi ha preceduto nel ruolo. In allenamento lavoro come se fossi titolare fisso: non vorrei proprio trovarmi impreparato in nessun frangente». Poche parole, quelle del sette polmoni atalantino, ma condivisibili al cento per cento.

© RIPRODUZIONE RISERVATA