Grande Atalanta contro l’Inter
Handanovic salva il risultato: 1-1

Un’Atalanta rivoluzionata da Reja nel modulo e nei giocatori ha spaventato l’Inter che si è salvata soltanto per le parate di Handanovic, super su Monachello e Toloi e addirittura incredibile su Cigarini, Nel finale palla-gol fallita da Monachello. La sfida nerazzurra si è conclusa così sull’1-1: hanno deciso le autoreti di Murillo al 17’ pt e di Toloi al 25’ pt.

ATALANTA-INTER 1-1

RETI: 17’ aut. Murillo, 25’ pt aut. Toloi.

ATALANTA (3-5-1-1): Sportiello sv; Toloi 5,5, Masiello 7,5, Cherubin 7; Conti 7 (29’ st Bellini 6), Cigarini 8, De Roon 8,5, Kurtic 6,5 (37’ st Migliaccio sv); Dramè 7,5; Gomez 8 (40’ st Diamanti sv); Monachello 6,5. In panchina: Bassi, Radunovic, Brivio, Kresic, Estigarribia, Raimondi, D’Alessandro, Denis. All. Reja.

INTER (4-3-1-2): Handanovic 9; D’Ambrosio 5,5, Miranda 6, Murillo 4,5, Telles 5,5 (25’ st Biabiany 5,5); Guarin 5 (13’ st Perisic 5,5), Medel 6, Brozovic 6; Ljajic 6; Icardi 5,5, Jovetic 5 (40’ st Palacio sv). In panchina: Carrizo, Santon, Ranocchia, Montoya, Nagatomo, Juan Jesus, Gnoukouri, Kondogbia, Palacio, Manaj. All. Mancini.

Arbitro: Rizzoli di Bologna 6,5

Quando un portiere in pagella ha senza voto, Sportiello, e uno 9, Handanovic, s’intuisce l’andamento del match. Non è che l’Inter sia stata nulla sul piano del gioco e l’Atalanta assolutamente spettacolare, ma le palle-gol parlano in modo indiscutibile in favore della squadra di Reja che ha disputato 60’ strepitosi e ha avuto una sensibile flessione soltanto nel secondo spezzone della ripresa, senza però rischiare quasi nulla. L’Inter ha premuto schierando tutti i suoi giocatori d’attacco, ma è stata comunque l’Atalanta a costruire la chance più favorevole al 38’ st, quando Monachello ha deviato in modo errato d’esterno sinistro un invitante traversone da sinistra di Gomez.

Raccontiamole subito le palle-gol costruite dall’Atalanta e salvate da Handanovic: al 45’ pt un «sombrero» di Cigarini ha liberato al tiro Monachello che ha esploso una bordata di prima intenzione deviata in corner dal portiere sloveno dell’Inter. Al 7’ st corner da sinistra di Gomez, incornata da distanza ravvicinata di Toloi e ancora deviazione praticamente d’istinto di Handanovic. E al 14’ l’incredibile: un ponte aereo di Monachello «sporcato» è carambolato sui piedi di Cigarini solo davanti al numero uno interista, girata praticamente a colpo sicuro, Handanovic ha coperto da campione la porta con la sua stazza e ha respinto di piede. E l’Inter? Nulla. Da ricordare c’è esclusivamente un tentativo impreciso al 38’ pt di Jovetic su una ripartenza concessa da Conti.

È stato un duello decisamente imprevisto nel suo sviluppo se si pensa che l’Atalanta di recente stava soffrendo molto nel costruire azioni da rete, mentre l’Inter vanta la difesa meno perforata della serie A. A Bergamo si è capito perché, c’è Handanovic in porta.... Imprevisto perché Reja, nel tentativo di cambiare la tendenza negativa delle ultime quattro partite, tutte perse, ha deciso di rivoluzionare la squadra abbandonando il suo prediletto 4-3-3 per abbracciare il 3-5-1-1 inserendo Monachello unica punta (Denis in panchina) supportato da Gomez. Mancini, invece, che aveva sempre modellato la sua squadra pensando anche all’avversario, stavolta non ci ha badato molto e ha optato per un 4-3-1-2.

Il risultato è che l’Inter è stata sorpresa tatticamente dall’Atalanta che ha giocato finalmente in modo aggressivo e determinato, si sono riviste la sana cattiveria agonistica e l’intensità. I milanesi hanno commesso inoltre molti errori in fase d’impostazione favorendo l’azione dell’Atalanta che ha affondato molto sulla sinistra nei primi minuti. E al 17’ pt c’è stato il gol nerazzurro: discesa di Dramè, proprio a sinistra, dribbling in area e servizio verso il centroarea dove Murillo (disastroso) ha infilato la sua porta in scivolata (Gomez era in fuorigioco ma passivo). Chi di autogol ferisce di autogol perisce e al 25’ pt l’Inter ha pareggiato: scambio tra Jovetic e Icardi, l’argentino ha crossato da destra e Toloi ha scaraventato il pallone nella sua porta con un goffo intervento svirgolato.

Nella ripresa l’Inter - dopo aver rischiato di andar di nuovo sotto - ha mutato modulo e potenziato il suo attacco: Mancini ha varato un 3-4-3 nel quale i due esterni di centrocampo erano Perisic e Biabiany, ovvero due attaccanti. Uno sbilanciamento offensivo che non ha però partorito nemmeno un topolino, nonostante il forcing costante. L’Atalanta, che aveva speso moltissime energie, è calata fisicamente e non ha potuto così nemmeno sfruttare i larghi spazi a sua disposizione. C’è stata un po’ di sofferenza, ma l’Inter non ha un gioco e nessuna delle sue stelle (qualcuna presunta...) ha inventato la giocata vincente, così Sportiello è rimasto praticamente inoperoso.

Se Handanovic è stato in assoluto il giocatore più efficace, pagelle altissime per l’Atalanta: de Roon, scontato il turno di squalifica, è rientrato ed è stato di nuovo il giocatore tentacolare che contrasta, recupera e imposta mille palloni, Cigarini ha confermato il suo momento di grande vena con una prestazione superlativa condita da uno splendido assist per Monachello e un quasi-gol. Gomez si è stato una spina costante nel fianco della difesa avversaria svariando moltissimo, qualità abbinata a quantità. Da segnalare anche la performance di Dramè, devastante nel primo tempo, quella di Masiello, autoritario e sicuro come centrale, e di Conti, abbastanza disinvolto e tatticamente attento. Per Monachello è stata la prima da titolare: ha lottato molto, ha alternato belle giocate a errori anche grossolani, ma nel complesso il suo peso in attacco si è sentito positivamente. Un giocatore che deve crescere , ma che può essere utile alla causa nerazzurra.

Diamanti è entrato nei minuti finali rilevando Gomez ed esordendo così in maglia atalantina: chiaramente i suoi 9’ non possono essere valutabili. Vedremo quanto tempo impiegherà per raggiungere il top della condizione. La classifica, intanto, si è finalmente mossa, il pareggio contro una grande come l’Inter è destinato a ridare fiducia alla squadra che sabato prossimo potrà giocare a Frosinone con serenità e nuova consapevolezza nei suoi mezzi.

Marco Sanfilippo

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Atalanta e Inter in campo allo stadio Comunale di Bergamo in un delicato derby nerazzurro tra i bergamaschi, reduci da quattro ko di fila, e i milanesi che hanno perso il titolo di campione d’inverno e puntano a riscattarsi nella prima giornata del girone di ritorno. Sorpresissime nello schieramento dell’Atalanta con mister Reja che rivoluziona tutto optando per un cambio di modulo, dal 4-3-3 a un probabile 3-5-1-1, e per cambiamenti rilevanti anche tra i singoli: il più clamoroso è l’inserimento di Monachello in attacco in sostituzione di Denis. Davanti a Sportiello, difesa a tre con Masiello centrale, Toloi a destra e Cherubin a sinistra, a centrocampo Conti e Dramè sulle corsie esterne con de Roon centrale supportato da Cigarini e Kurtic e in attacco Monachello assistito da Gomez. Come si sospettava, Stendardo non è nemmeno in panchina: evidente dunque lo strappo con il club atalantino.

Stavolta invece è il camaleonico Mancini a non mutare moltissimo e a presentare un’Inter con il 4-3-1-2: in difesa a sinistra si rivede Telles, a centrocampo Guarin (autore di una doppietta al Comunale nello scorso campionato, 4-1 per l’Inter) è preferito a Kondogbia, mentre in attacco il tridente è costituito da Ljajic trequartista e da Icardi in tandem con redivivo Jovetic (Perisic in panchina).

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