Atalanta, Pessina e Malinovskyi
le alternative al Papu Gomez?

Vedere il Papu inutilizzato in panchina ci ricorda le stranezze dell’ambiente-calcio nel bene e nel male.

Non entriamo nel merito della diatriba col mister quanto meno per il momento da più parti insanabile. La prima considerazione oggettiva è che l’estroso argentino rappresentava l’icona di squadra e del club. Cifre certificate sul manto erboso e un mare di professionalità e simpatia sul territorio e fuori. La rinuncia all’«oro» arabo in estate aveva accresciuto la stima nei suoi confronti riconoscendogli un tangibile attaccamento alla maglia nerazzurra nonché alla città. Il tutto pare sia stato cancellato di colpo all’insegna che dimenticare è insito nel genere umano. Parallelamente occorre riconoscere al mister l’invidiabile abilità nel provvedere a non far rimpiangere il giocatore sul campo. In un batter d’occhio Gasp ha trovato un paio di soluzioni alternative: Pessina e Malinovskyi. Il primo diventato ormai titolare inamovibile; l’altro appena rientrato (superato il problema covid) con la Fiorentina ha piazzato la bordata su punizione del due a zero. E a proposito di Pessina è il caso di riproporre le stranezze vigenti della disciplina della pedata: sino alle ultime battute del mercato estivo il centrocampista-attaccante era lì lì per tornare al Verona. In extremis si era preferito trattenerlo per infoltire tiepidamente, nel più ampio senso del termine, l’organico. Guarda un po’...

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