Atalanta, primo compleanno di Costanzi
Con lui un settore giovanile garantito

È passato in sordina il primo compleanno dall’arrivo a Zingonia di Maurizio Costanzi, 58 anni, tra i numeri uno in Italia e non solo operanti nei settori giovanili.

Costanzi, da sempre, alle luci della ribalta preferisce la sostanza, sinonimo di concreti risultati. Limitiamoci al titolo di campione d’Italia della squadra Primavera del Chievo, club di appartenenza nei suoi precedenti 16 anni prima della chiamata dell’Atalanta.

Era il 14 luglio 2014 quando nel presentarlo alla stampa il direttore generale Pierpaolo Marino disse con marcato orgoglio: «Si tratta di un grande colpo di mercato, un investimento duraturo destinato a dare frutti nel tempo».

«Credo che possiamo fare cose molto importanti»: è ciò che replicò un deciso Costanzi, in quella occasione. E in 12 mesi all’Atalanta, competenza e maniacale dedizione sono puntualmente emerse. A stargli vicino rimane sbalordito dalle reti di conoscenze di cui si avvale e dalla indiavolata predisposizione a viaggiare per il mondo intero.

Domanda, comunque, spontanea nel leggere pregi e quant’altro attribuitigli: ma sino ad oggi c’è un solo baby da lui segnalato in grado di scommettere su una importante carriera? Piano, piano perché i preposti ai vivai ricordano puntualmente che la fretta è il peggior nemico.

Per adesso prendiamo atto che la famiglia Percassi con Costanzi ha portato nuova linfa ad un settore che ha dato alla società soddisfazioni e gratificazioni di ogni genere, pressochè, dalla sua esistenza.

Fermo restando il non secondario ruolo svolto da Giancarlo Finardi (altro antipersonaggio per eccellenza ma perennemente sul «pezzo») e dall’intraprendente Beppe Corti, Costanzi è indicato l’erede fisiologico dell’ incontrovertibile maestro Mino Favini che da decenni si merita, all’unanimità, profonda stima e incondizionati elogi.

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