Atalanta, ritorneremo in Europa
L’obiettivo è rialzarsi subito

Trovare le parole e guardare avanti a volte è davvero difficile. Dopo l’eliminazione contro il Borussia Dortmund fu tutto più facile, c’era ancora una stagione in evoluzione un Europa da riconquistare, un campionato da finire, ora addirittura siamo ad agosto e pensare negativo adesso però sarebbe troppo deleterio.

L’Atalanta non deve ritornare nella dimensione pre Gasperini: non è fatta e costruita per quello, la sua rosa lo testimonia. Bisogna guardare avanti, anche se è difficile smetterla di arrabbiarsi subito, non per i primi rigori in Europa della storia atalantina finiti così, ma per essere arrivati fino ai tiri dagli undici metri senza aver trasformato le palle gol costruite sì. È questo il cruccio più grande, un problema già messo in evidenza nelle passate stagioni dallo stesso mister, che la società ha fatto di tutto, nel reparto offensivo, perché il problema non si ripeta.

Tante le alternative come mai successo prima, zero gol contro un Copenaghen che ha fatto di tutto per portare la partita ai rigori e che comunque non si è rivelato così scarso come è stato fatto passare alla vigilia. Rabbia sì, ma ora è inutile guardare al passato, c’è ancora tutta una stagione da giocare e nuovi obiettivi da raggiungere, perché la piazza nerazzurra e lo stesso tecnico non si accontenteranno della salvezza, l’Atalanta non tornerà alla normalità che l’ha sempre contraddistinta e anzi, a tutte le carte in regola per ripetersi.

Il mercato definito triste dallo stesso tecnico poche settimane fa ora invece potrebbe sorridere, perché la rosa è ampia per avere il solo campionato a cui pensare. Un attacco numericamente forte, uno Zapata e un Pasalic in più, non ancora al top della forma come hanno dimostrato nel match in Danimarca, che potranno però essere i valori aggiunti di questa squadra, i due uomini che potranno riportare i nerazzurri in Europa. Un po’ di ottimismo è necessario, non bisogna rimproverare troppo a questa squadra di non aver raggiunto l’obiettivo: finire in una valle dal punto di vista mentale potrebbe essere disastroso e allora toccherà proprio a chi ha le redini di questa squadra dargli gli stimoli giusti.

La serata di Copenaghen deve essere dimenticata: un giorno chi c’era dietro la porta di Gollini potrà raccontare dei fatidici e storici undici metri danesi, un po’ come ancora succede a chi ha qualche anno in più e parla ai più giovani del match con il Malines. Bisogna uscirne orgogliosi, proprio come quella partita insegnò, andare avanti da lì, non deprimersi pensando al passato, senza dimenticare l’avvio di campionato. Quattro punti, sette gol in due partite, una prima fase di torneo favorevole. Statene certi, dell’Atalanta ne sentiremo ancora parlare.

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