Atalanta, senza alti e bassi
Non sarebbe... l’Atalanta

Se l’Atalanta avesse continuità gareggerebbe con le prime della classe o giù di lì. Ricordiamolo per l’ennesima volta che da sempre il suo obiettivo è la permanenza in serie A. E ci sta riuscendo per la quinta volta di fila.

Un traguardo da «evviva» considerando i copioni non certo da primato riservati abitualmente ai club di provincia. Si tratta, inoltre, da parte dei nerazzurri di un lustro trascorso, praticamente, senza particolari affanni. A mo’ di provocazione (ma non troppo) a coloro che arricciano il naso di fronte ai risultati a intermittenza della squadra, consigliamo di optare per team certificatamente blasonati.

Chi scrive, da tempo sa «accontentarsi» gioendo a 360 gradi nel rivivere nel corrente campionato soprattutto il blitz dell’andata a Roma (0-2) e del recente 2-1 con il Milan, a Bergamo. Aggiungiamo, pure, lo scoppiettante 3-3 con la Roma di domenica. Anche se è sfuggita la meritata vittoria a 8’ dal termine, diciamolo, siamo stati pienamente appagati.

Rimontare due reti e segnandone un’altra alla terza della classe giunta da noi motivata per ragioni di graduatoria non è affatto cosa di poco conto. Specie al pensiero di una Atalanta largamente rimaneggiata visto che il mister si è dovuto inventare il centrocampo nel giro di una settimana. Ma alla maggior qualità dell’undici di Spalletti l’Atalanta si è affidata al carattere e al contributo regalato dagli spalti dai fedeli supporter. Qualcuno a buona ragione si era chiesto il motivo per cui solo 7 giorni prima col Torino la squadra si fosse espressa in maniera scialba o se si preferisce deludente.

Rimandiamo, a questo punto, il lettore agli alti e bassi d’inizio articolo. Per questo ci riproponiamo un consistente dubbio sulla prestazione degli atalantini spostandoci alla sfida di mercoledì prossimo a Palermo nel deserto stadio locale. In altre parole assisteremo, di nuovo, ad un’Atalanta da «alti e bassi»?

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