Atalanta, si è spento a 88 anni Umberto Colombo: nel mito con la Coppa Italia del ’63

Storico calciatore della Juventus negli anni Cinquanta e dell’Atalanta negli anni Sessanta, si è spento martedì 26 ottobre. Il video di BergamoTv: «Così arrivai al club nerazzurro». La società: «Lo ricordiamo con infinito affetto».

È morto martedì 26 ottobre all’età di 88 anni Umberto Colombo, storico calciatore della Juventus negli anni Cinquanta e dell’Atalanta negli anni Sessanta: entrò nel mito nerazzurro con la vittoria della Coppa Italia, il 2 giugno 1963, quando l’Atalanta superò 3-1 il Torino nella finale di San Siro. Nato a Como il 21 maggio 1933, Colombo giocò nella Juventus per dieci anni, dal 1951 al 1961, poi l’approdo all’Atalanta dove rimase fino al 1966. Centrocampista, il numero chiave della sua carriera è il tre: sono tre infatti gli scudetti vinti, le Coppe Italia (la terza con l’Atalanta) e le presenze in Nazionale.

Dopo il calcio Colombo si dedicò al mestiere di assicuratore, ma la passione per il pallone non lo ha mai lasciato, una passione che aveva fin dall’infanzia : «Da bambino non desideravo altro che diventare un protagonista, magari in C con la maglia del Como», raccontava. Un sogno che è andato ben oltre per lui che ha sempre giocato «con passione ed entusiasmo, senza mai pormi un traguardo diverso dal più puro e schietto divertimento». «Il presidente Antonio Percassi e tutta la famiglia Atalanta – si legge in una nota della società nerazzurra – ricordano con infinito affetto Umberto Colombo e partecipano al dolore dei familiari ai quali rivolgono le più sincere e commosse condoglianze». La camera ardente all’Istituto Palazzolo di via San Bernardino, i funerali di Umberto Colombo saranno celebrati venerdì 29 ottobre alle 9 alla chiesa del cimitero.

Nel video qui sotto, dagli archivi di Bergamo Tv, vediamo uno degli interventi di Colombo a TuttoAtalanta: «Sono molto legato all’Atalanta – raccontava ricordando il suo arrivo al club nerazzurro –. Quando dovetti lasciare la Juve, c’era la possibilità di andare alla Lazio, alla Sampdoria o all’Atalanta. Scelsi l’Atalanta perché la consideravo già allora una squadra di rango, di classe. Una scelta di cui non mi sono mai pentito».

© RIPRODUZIONE RISERVATA