Atalanta, sintomi di ridimensionamento?
Da domenica torneremo a volare

Guai parlare di Atalanta ridimensionata. Meglio sottolineare di un team tornato umano. Da preoccuparsi se i nerazzurri avessero inciampato di fronte ad una formazione di modesta levatura tecnica.

Aver perso con la corazzata Juventus rientra nella norma anche per le contendenti che vanno per la maggiore. Dimentichiamo quindi velocemente lo stadio piemontese non accantonando però l’ottimismo e l’entusiasmo in voga dalle nostre parti ormai da un paio di mesi.

Prima di Torino sventolavamo con certificato orgoglio il quinto posto in classifica e tali siamo comunque rimasti. L’equivalente, cioè, di una candidatura ai tornei internazionali che resta ancora in piedi in maniera salda. Avessimo costretto alla resa i bianconeri, per di più sul loro manto erboso, avremmo diminuito il ritardo dalla capolista di due lunghezze: in tal caso si sarebbe addirittura sostenuto la possibilità di accarezzare il sogno-scudetto.

Pensiamoci, sarebbe stato troppo o se preferite si starebbe mettendo in serio dubbio principi e regole nell’ambito del pur bizzarro mondo del calcio. Rientra invece nella razionalità una ripartenza lampo sin da domenica prossima visto che il calendario ci aiuta spedendo a Bergamo l’Udinese dell’ ex Gigi Del Neri, avversaria di terza fascia.

Ci sarà o no un perché se l’Atalanta vanta la bellezza di un più tredici rispetto alla formazione friulana? Gli scroscianti applausi degli oltre 2 mila tifosi a fine gara a Papu Gomez e compagni sabato sera a Torino rappresentano anche questi inequivocabili messaggi di inalterata fiducia in un prosieguo di stagione dalle mille emozioni. Dite poco?

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