Atalanta, successo scaccia crisi?
Presto per dirlo, è la speranza

È ancora presto per parlare di vittoria-svolta o se si preferisca scacciacrisi. Ma provate a pensare se Boakye non ci avesse regalato la preziosa rete al novantesimo quale settimana ci avrebbe atteso.

Meglio, allora, sostenere che si sia trattato di successo-liberatorio sotto ogni aspetto. Lo è stato perché dopo quattro turni indigestibili siamo tornati al gol senza, peraltro, incassarne. Inoltre c’è da tirare un sospirone di sollievo guardando al gran balzo in classifica compiuto.

Tutti elementi, questi, in grado di farci dimenticare, di colpo, il perdurare di un gioco di squadra, specie in fase terminale, ancora non convincente. Del resto il numero uno emiliano Mirante, al di là del generoso (per noi) intervento prima della spaccata di Boakye, non aveva compiuto una parata che è una lungo l’arco dell’intera sfida.

Ma su una cosa, alla vigilia della gara, si era d’accordo all’unanimità: la totale disponibilità, nel privilegiare il risultato finale e chiudere entrambi gli occhi sullo spettacolo. Come dire che nessuno avrebbe preteso, in circostanze del genere, la botte piena e la moglie ubriaca.

Troppo importante per i nerazzurri non incorrere nel quinto ko consecutivo per poter coniugare al meglio anche la forma. Quanto alle individualità è il caso di soffermarci su Boakye, ovvero l’uomo-partita. Che abbia un dna da bomber lo ha ulteriormente evidenziato con il Parma non dandosi per vinto di fronte al primo tuffo di Mirante. Tanti suoi colleghi, invece di seguire tenacemente il prosieguo dell’azione si sarebbero bloccati nel metro quadrato di terreno dove si trovavano in quel preciso istante.

Dite poco? Fossimo mister Stefano Colantuono (ci perdoni l’intrusione) un posto da titolare, sin dalla sfida con i friuliani, glielo troveremmo senza la minima esitazione.

Arturo Zambaldo

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