Atalanta, una fiaba senza lieto fine
Ma ora avanti, si guarda alla Juve

Non ci sono parole, è dura trovarne. Non lo meritava l’Atalanta, sembrava fatta, più di 70 minuti avanti, con la qualificazione lì ad un passo già da pregustare, da pensare al sorteggio del giorno dopo.

Il Borussia quasi abbattuto, contenuto, bloccato, che ha provato a fare il diavolo a 4 mostrando di che pasta è fatto, ma oggi il muro era nerazzurro. Beh, quello dei tifosi gialloneri è stato piccolo, davvero, con il bengala lanciato in Tribuna Ovest in mezzo alla folla e quelli in campo, nella speranza che gente brava tra le mura domestiche e convinta di fare quello che vuole in trasferta debba essere perseguita.

E’ stata lì ad un passo la qualificazione, un’ Atalanta perfetta, quasi. Una lezione che la società bergamasca imparerà per il futuro: la differenza che passa dalla squadra di adesso ad una grande è stata proprio là davanti. In vantaggio di 1-0, le diverse reti sprecate dai nerazzurri si sono rivelate decisive, un fattore spesso rimarcato dallo stesso Gasperini: su tutte la palla gol di Papu Gomez prima del pari giallonero, quella chance è il simbolo della beffa di Reggio Emilia, di una stagione più avara di soddisfazioni rispetto a quella meravigliosa dello scorso anno per il capitano atalantino. Fare delle critiche ora sarebbe facile sulla carta, anche se a parte questo difetto non c’è altro da imputare agli atalantini: Everton, Lione, Apollon Limassol e soprattutto Borussia Dortmund, soprattutto c’è da prendersela per il sorteggio.

Il gol tedesco e la reazione atalantina è stata un’altra immagine che la serata di Reggio ci lascia. Papu Gomez a terra con nella testa l’errore precedente sembrava la resa. La stagione è ancora lunga, non bisogna pensare che sia tutto finito qua: c’è una semifinale di Coppa Italia da giocare e da provare a ribaltare e una zona Europa League da inseguire nuovamente. La mission appare più difficile rispetto alla scorsa annata, ma è lì a 3 punti, motivo in più per cancellare le scorie dell’eliminazione al più presto e tornare con la testa al campionato, a partire dal match in casa della Juventus. Sarà l’impegno più difficile, soprattutto dopo una mazzata terribile come questa: Papu Gomez e compagni si rivedano i minuti dopo il fischio finale e da lì ripartano per inseguire il nuovo traguardo. I bergamaschi li hanno ammirati, hanno tolto tempo al lavoro e alla famiglia, oltre che risorse economiche, per seguirli in tutta Europa, l’applauso durato diversi minuti è l’altra immagine che ci lascia Reggio, ripartire e rialzarsi sulle proprie gambe.

C’è il triplice fischio, l’esultanza giallonera, la depressione nerazzurra, quel lungo applauso e qualche lacrima che scorre: eliminati da una grande, chissà dove sarebbe potuta arrivare questa squadra. Le lacrime sono quelle di un bimbo che abbandona la Tribuna Est e di chi proprio non vuole andarsene a casa: è tempo di svegliarsi, il sogno è finito, la rivincita però non dovrebbe tardare, almeno non per altri 26 anni.

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