Atalanta, una poltrona per quattro
Ma non è da escludere un mister X

Nomi vecchi e nuovi, candidature scontate o a sorpresa: la panchina dell’Atalanta, oggi, è ancora un rebus, ma ci sono quattro allenatori che sembrano in vantaggio su una concorrenza potenzialmente smisurata. Gasperini, Maran, Prandelli, oppure ancora Reja. Oppure un mister X.

Sono queste, al momento, le principali opzioni, ognuna delle quali porta con sé certezze e incognite, punti di forza e debolezze, più semplicemente pro e contro. In attesa che le prossime ore forniscano indizi, magari tramite qualche mossa, del Genoa, del Chievo e anche della stessa Atalanta, che già lunedì 23 maggio (o al massimo martedì 24) dovrebbe incontrare Reja.

Non è un mistero che uno dei primi nomi sulla lista dell’Atalanta, sia quello di Gian Piero Gasperini, (ex?) allenatore del Genoa. Dalla sua parte pesa il bel gioco proposto dalle sue squadre: a Marassi, con lui, il pubblico si è divertito spesso, aspetto da non sottovalutare, visto il fine palato di una parte della platea bergamasca. Gasp fa giocare a calcio, propone un’impostazione offensiva fatta di tanta corsa, valorizza i giovani ed è abituato alle rivoluzioni di mercato: si può considerare un aziendalista, visto che spesso Preziosi ha fatto e disfatto e lui è sempre stato in grado di ripartire. I limiti? Un carattere spigoloso e, magari, il suo dogma, la difesa a tre, dalla quale difficilmente si discosta: 3-4-3 (o al massimo 3-5-2), senza troppe interpretazioni, tra l’altro modellabile su un certo tipo di giocatori, di gamba e sostanza.

Per tre possibili new entry, una conferma, la conferma. Di Edy Reja si sa tutto: in un anno e mezzo a Bergamo ha fatto ciò che doveva, prendendosi due salvezze e divertendo, a tratti, il pubblico, almeno quando tutto girava come doveva. La piazza ha dimostrato di apprezzarlo, per il gioco proposto e per i modi eleganti, lui conosce l’ambiente ed è benvoluto dallo spogliatoio. Fin qui, la conferma sembrerebbe la soluzione più logica: il principale ostacolo, per il goriziano, è la carta d’identità, visto che i settant’anni rendono più difficile una certa programmazione e l’idea di impostare un nuovo ciclo. E poi qualche strascico del lungo inverno e delle quattordici partite senza vittorie, che avevano rotto qualcosa che non è detto che non possa essere ricomposto.

Per tutti questi motivi nessuna scelta è facile e nessuna scelta può essere troppo veloce. Precisando che non si può del tutto escludere l’ipotesi di un outisder, magari uno tra Pioli, Giampaolo, Del Neri, Drago e Oddo. L’ansia da totomister non è ancora finita.

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