Gli dici che fa l’attaccante ma corre quanto glielo chiedono e per rincorrere un avversario. «Se mi danno quel compito io lo eseguo: ovunque vada il mio avversario io lo seguo. Se lui va in bagno... ci vado anch’io».
Ecco
Richmond Boakye che commenta la rete di
Cagliari: «Sono stato fortunato perché la squadra è salita in pressione e io ne ho beneficiato. Ma conto sulla possibilità di arrivare spesso in zona gol, anche per le mie caratteristiche».
Punta esterna nel 4-3-3 a Sassuolo; seconda punta in Spagna nell’Elche; quasi trequartista domenica scorsa a Cagliari. Ma se lei potesse scegliere?
«Io credo di essere una seconda punta. O magari lo dico perché mi piace giocare lì. Ma faccio quel che dice l’allenatore».
Con un unico pensiero: «Solo l’Atalanta, in questo campionato mi piacerebbe arrivare in doppia cifra: 10 gol andrebbero benissimo nella prima stagione in serie A».
Con un commento su Bergamo. «Due cose mi hanno colpito: la marea di tifosi che mi ha accolto alla Festa della Dea, quando sono arrivato. E i miei compagni che nello spogliatoio mi martellano: “Siamo l’Atalanta, guarda che qui a Bergamo i punti li facciamo noi, non c’è storia...”».
Leggi l’intervista integrale su L’Eco di Bergamo del 20 settembre