Calcioscommesse, il pm ribadisce
«Doni lavorava per sé e per l’Atalanta»

È ripresa lunedì 21 marzo l’udienza preliminare a Cremona per il Calcioscommesse: il pm Di Martino ha proseguito il suo intervento ricostruendo le tappe dell’inchiesta e ha parlato anche dell’ex atalantino. Rischia di slittare ancora, invece, la discussione su Antonio Conte.

Oggi, per quanto riguarda il «filone» penale della vicenda, si è tenuta la seconda sessione della requisitoria del pm che sta ricostruendo davanti al gup l’inchiesta, parlando dei tre gruppi che organizzavano le scommesse: la «cupola» di Singapore, gli «zingari» e i bolognesi. In udienza Di Martino ha parlato anche dell’ex atalantino Cristiano Doni, ribadendo quella che è stata la tesi accusatoria portata avanti nella sua inchiesta, vale a dire che Doni «accanito scommettitore» avrebbe agito per favorire «se stesso» e «l’Atalanta». Il club nerazzurro, lo ricordiamo, si ritiene invece parte lesa e si è costituito parte civile contro Doni e Marilungo (quest’ultimo, già prosciolto dalla giustizia sportiva, ha chiesto in sede penale l’abbreviato). L’intervento del pm non si è concluso oggi e proseguirà nelle prossime udienze: per questo è probabile che la discussione su Antonio Conte, prevista per il 4-5 aprile, slitti di una settimana. Il procuratore in udienza ha anche depositato ottanta memorie sugli imputati che non hanno chiesto il patteggiamento o il rito abbreviato. La sentenza è prevista per inizio maggio, prima degli Europei.

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