Calcioscommesse, via alle udienze
L’Atalanta «tutelerà i propri interessi»

Nuovo capitolo per l’inchiesta Last Bet del calcioscommesse. Giovedì a Cremona si terrà il primo atto, l’udienza preliminare per i 104 indagati. E molti già si chiedono che cosa succederà a Stefano Colantuono e a Cristiano Doni.

E che mano userà la giustizia, in sede penale, sul cittì della Nazionale Antonio Conte, il più illustre dei 104 indagati per i quali la procura di Cremona ha chiesto il rinvio a giudizio, con l’accusa di frode sportiva (Colantuono) e/o associazione per delinquere finalizzata alla truffa (Doni)? A quasi cinque anni dal fatidico primo giugno 2011, il giorno dell’esplosione del bubbone del calcioscommesse, inizia dunque la fase processuale. Ci sarà anche l’Atalanta, parte attiva nel processo a tutela dei propri interessi. Come e contro chi lo è la risposta che arriverà domani. A scanso di equivoci: questo non è il processo che dà luogo a penalizzazioni per le società, essendo in discussione «solo» la responsabilità penale dei singoli.

L’accusa sul fronte «atalantino» è ormai nota: associazione per delinquere per Doni; frode sportiva per Colantuono (e Marilungo), accusato di aver partecipato alla presunta combine della partita Crotone-Atalanta (2-2) dell’aprile 2011, la stessa per la quale è stato «scagionato» il diesse Zamagna, stando alla famigerata chat tra Doni e l’amico Nicola Santoni. Nella quale Doni scrive che «volevano fare x allenatore e diesse» aggiungendo «sì lo sanno, solo il mr», che starebbe per mister, Colantuono, secondo l’accusa.

La vera partita che giocherà in aula l’Atalanta riguarda la decisione di costituirsi o meno parte civile in rapporto alle vicende di Doni, Colantuono e Marilungo. Lo farà o no, e in relazione a quale delle vicende? Massimo riserbo finora. Da quanto filtra l’Atalanta – assistita dall’avvocato Luigi Chiappero - sarà parte attiva nel processo a tutela dei propri interessi. Come e contro chi lo farà, è la risposta che arriverà domani.

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