Dakar: Verzeletti saluta la Panda
Correrà a gennaio con un camion Unimog

Un tempo era il mal d’Africa ma da un decennio il virus si è trasformato in mal di Sud America: è la patologia di cui soffre il sessantenne Giulio Verzeletti che anche quest’anno sarà al via della Dakar, il 6 gennaio da Lima (Perù).

Una malattia non contemplata dalla medicina ufficiale i cui sintomi sono riconducibili alla voglia di prendere parte, ogni anno, al rally-raid più celebre al mondo. Verzeletti ne è stato colpito nel 1996, quando ha partecipato alla sua prima Parigi-Dakar (all’epoca si chiamava così), in moto. Dopo quell’esperienza ha disputato altre 7 edizioni con le due ruote, conquistando un 2° posto nella categoria Marathon nel 2005.

Con l’avanzare dell’età, la passione si è riversata sui camion e sulla Panda, nonostante nel 2009 la Dakar abbia abbandonato l’Africa per spostarsi in Sudamerica. Il telgatese ha cercato di portare la PanDakar all’arrivo nel 2011, 2012 e 2014 senza riuscirci. Anziché demordere, ha continuato ad apportare migliorie alla utilitaria torinese attraverso l’Orobica Raid, il team da lui stesso creato nel 2008, e così la PanDakar ha tagliato il traguardo della Dakar 2017.

A quel punto altri avrebbero appeso la tuta al chiodo ma Verzeletti è un innamorato della Dakar e non ha voluto saltare l’edizione 2018. Lo farà al volante di un Mercedes Unimog 400, insieme ad Antonio Cabini, con cui ha condiviso la PanDakar, e alla esordiente Raffaella Cabini, figlia di Antonio. In realtà, sono tre gli Unimog 400 schierati dall’Orobica Raid quest’anno: il secondo camion è riservato a Paolo Calabria e Giuseppe Fortuna, mentre sul terzo ci saranno Nicola Montecchio, Carlo Cabini e Loris Calubini ma Verzeletti è l’unico bergamasco della spedizione.

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