Dall’Alaska alla Patagonia in bicicletta
L’avventura di Davide lunga 954 giorni

La Patagonia è la terra attraverso cui giungere ad Ushuaia, la «città alla fine del mondo», è il luogo dove convivono deserti, iceberg e ghiacciai, foreste e fiordi, laghi e vulcani. È la regione dei Pinguini di Magellano e dei puma, delle balene e dei condor.

E il luogo della mitica Routa 40, la strada che Che Guevara percorse a bordo della sua moto Norton Poderosa e che racconto’ nei ’Diari della motocicletta’. Ma qual è il modo migliore per viaggiare in questa straordinaria regione? Tra i molti mezzi possibili, ne abbiamo scelto uno, la bicicletta. E per capire che tipo di esperienza possa essere, ANSA ha intervistato Davide Travelli, 39 bergamasco, ex consulente aziendale ed appassionato cicloturista che ha appena concluso un viaggio incredibile: la traversata in bici delle Americhe, dall’Alaska ad Ushuaia, da dove risponde. «Sono appassionato di bici e ho sempre avuto sete di avventura, di epopee d’altri tempi e di viaggio. Mi ha sempre attirato la Panamericana come parola, come strada più lunga al mondo che unisce le Americhe. Così, un giorno, ho scelto di partire per una «Grand Adventure» attraversando l’intero continente, disegnando la mia Panamericana», esordisce Travelli all’ANSA.

Quanto ci hai impiegato? «954 giorni, sono partito il 14 Agosto 2015 da Prudhoe Bay, Alaska, punto più settentrionale del continente e metro zero della Panamericana».

Come ti sei mantenuto economicamente? «Mi sono mantenuto prettamente con cartoline postali, che scambio nei ristoranti e nei negozi con del cibo e vendo a prezzo di collaborazione nelle piazze. Ma è in Colombia che la mia vita è cambiata: ho iniziato a conoscere viaggiatori sudamericani che viaggiano per anni senza soldi. Mi sono detto: se lo fanno loro lo posso fare anch’io».

Perché suggeriresti di scegliere la bici per conoscere la Patagonia? «Viaggiando in bici conosci veramente la cultura di un paese: lo si attraversa completamente, non si va solo da A a B come in bus e aereo, si va abbastanza lenti per interagire con le persone che si incontrano, si campeggia fuori dalle case di gente che, spesso, t’invita a mangiare da loro. Viaggiare in bici dona una sensazione di libertà infinita. Viaggiare in bici dona una sensazione di libertà infinita».

Quale percorso hai scelto per attraversare la Patagonia? «Ho seguito sostanzialmente la Routa 40 fino a San Martin de Los Andes, poi ho fatto il cammino ’De Los 7 Lagos’ fino a Villa La Angostura e sono passato in Cile. A Puerto Varas ho iniziato la famosa Carretera Austral, da Villa O’Higgins sono ripassato in Argentina per poi tornare in Cile arrivando a Puerto Natale e Punta Arenas. Arrivato alla Terra del Fuoco, l’ho attraversata facendo il Paso Bellavista per giungere, infine, ad Ushuaia. Suggerisco anche unsecondo percorso: attraversare la Terra del Fuoco tutta in sterrato partendo da Porvenir, in Cile, e arrivando a Ushuaia passando per Paso Bellavista».

Cosa hai provato quando sei arrivato a Ushuaia? «Una liberazione: dopo 35mila km ero finalmente arrivato al famoso cartello “Fin del mundo”, un traguardo inseguito 954 giorni!»

Quali sono i luoghi che più ti hanno impressionato? «La zona dei Sette Laghi in Argentina e il Vulcano Osorno, che regala ’cartoline’ spettacolari. Il Paso Mayer è una via alternativa per lasciare Villa O’Higgins, che è la fine della Carretera Austral, ed è sicuramente l’highlight della Patagonia. Infine, imperdibile, anche se turistico, il ghiacciaio del Perrito Moreno, che merita assolutamente di essere visitato».

Dove hai mangiato e dormito nella maggior parte delle tue tappe? «Sulla strada: avventurarsi in Patagonia e avere la libertà di campeggiare dove si vuole è incredibile».

Quali cibi consiglieresti di provare a chi seguirà il tuo itinerario? «Il Cordero al Palo, un agnello impalato e cucinato lentamente alla brace. Ai vegetariani consiglio di provare una specie di mirtillo autoctono chiamato Calafate».

Un viaggio come il tuo è adatto solo a cicloturisti esperti oppure, dilatando i tempi, lo possono compiere anche semplici appassionati? «Tutti possono viaggiare in bici, anche su una Graziella! Chiaramente, in questo caso, si viaggerà con più lentezza. Il viaggio in bici e’ universale, lo possono fare i bambini come gli anziani!».

Quale sarà la tua prossima avventura? «Voglio continuare il mio giro del mondo, sto organizzano la logistica del mio trasferimento in Africa, dovrei arrivare a Città del Capo il 22 Aprile».

Il modo migliore per seguire i viaggi a due ruote di Davide Travelli è il suo account Instagram instagram.com/davidetravelli, sempre aggiornato con foto e informazioni su tutti gli itinerari percorsi.

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