FiloSofia: «Pazienza e guarisco»
Goggia è già a metà dell’opera

«Ho preso una bella legnata, ecco perché la mia vera sfida adesso è quella di accettare i limiti che impone un trauma simile visto che sono sempre stata molto rigida, mentre ora devo essere per forza più malleabile». Sofia Goggia è a metà dell’opera.

«Ho preso una bella legnata, ecco perché la mia vera sfida adesso è quella di accettare i limiti che impone un trauma simile visto che sono sempre stata molto rigida, mentre ora devo essere per forza più malleabile». Sofia Goggia è a metà dell’opera - sono passati tre mesi dei sei previsti - di un percorso che richiede lavoro, sacrificio e forza mentale. Tre componenti che, nonostante i 22 anni, sono già state abbondantemente collaudate e che sono nuovamente fondamentali per ripartire dopo il quarto incidente in carriera.

Il primo al ginocchio sinistro.... «Purtroppo anche il più doloroso vista la rottura del legamento, due menischi nonché la lacerazione del collaterale. E sarebbe potuta anche andare peggio».

E quel giorno a Beaver Creek?

«Rialzarmi subito è stata la scelta migliore e mentre scendevo mi sembrava che il ginocchio avesse tenuto. Peccato che, una volta giunta al bar, tolti gli sci non sapevo con che piede fare il primo passo. È lì che ho visto le mie compagne disperate perciò mi è toccato consolare loro, anche se dentro mi sentivo morire».

Un qualcosa peraltro già provato...

«Si sa già come saranno i mesi successivi, anche se l’ultima volta con il crociato del destro ero stata operata subito. Stavolta invece non è stato così e tra il ginocchio gonfio e il sangue nelle ossa ho sofferto parecchio».

Per la riabilitazione è andata sul sicuro...

«Il Fisiocenter Multimedica in provincia di Mantova (a Bagnolo San Vito ndr) è una struttura che conosco alla perfezione. Adesso ho preso casa in zona perchè cinque o sei giorni su sette li dedico al recupero, potendo contare su un preparatore atletico come Roberto Galli e su un fisioterapista come Matteo Bendini».

Quanto conta avere al proprio fianco professionisti ma soprattutto uomini?

«Tantissimo, in queste fasi l’aspetto umano diviene ancor più importante. Fortunatamente con loro due posso coniugare tutto al meglio».

La sua giornata?

«Fisse sono le tre ore pomeridiane in palestra, al mattino nuoto senza muovere le gambe e in alternativa provo a correre o ad andare in bici, ma ho ancora qualche problemino. Mi sto concentrando in particolar modo sul recupero del tono muscolare e del volume della gamba poiché in 20 giorni avevo perso 4 kg e mezzo. Normale che più si progredisce più si diversifica l’attività, tanto è vero che in questa fase punto sulla stabilità articolare e del muscolo».

A che punto siamo?

«Per ricostruire questo crociato si è attinto dalla mia gamba destra, poi ci sono di mezzo due menischi e le viti sul femore che mi provocano ancora dolore. Naturale dunque essere più frenata perché mi rendo conto che i tempi devono essere rispettati in virtù del fatto che questo tipo d’intervento ha implicato limiti fisici che vanno superati gradualmente».

La tabella di marcia?

«È rispettata: a giugno sarò sugli sci, ma già a maggio mi aggregherò alla squadra per gli allenamenti a secco».

E questa stagione?

«Non è stato semplice vedere ragazze che mi sono sempre messa alle spalle anche in Coppa Europa andare a podio o entrare facilmente nelle dieci in Coppa del Mondo. Quantomeno il settimo posto ottenuto nell’unica gara disputata mi ha permesso di mantenere le 30 in superG».

L’esperienza in tv?

«Mi sono divertita, mi ha caricato e mi ha permesso di spezzare quella vita da “eremita” in terra mantovana consentendomi altresì d’entrare nelle case degli italiani in una nuova veste».

Cita spesso Tina Weirather: che effetto le fa vederla ancora vittima dalla malasorte?

«Ci sono atleti a cui tutto va sempre bene, altri talentuosi che si impegnano ma sono sempre bersagliati da eventi negativi. Io spero di entrare presto a far parte della categoria dei lavoratori martoriati, ma che poi raccolgono anche i risultati».

Michela Moioli invece è?

«Una ragazza con la quale sto condividendo un periodo sfortunato. Le sto dando dei consigli su come affrontare il recupero nonché quei demoni interiori che possono fare capolino, così come la aiuto a stare tranquilla quando subentra la voglia di forzare. Dopo il suo infortunio ho sentito una sorta di dovere morale in quanto io non ho mai avuto un supporto del genere, Dunque spero che questa situazione comune, oltre ad aver fatto nascere un’amicizia, sia da stimolo ulteriore per entrambe».

E un messaggio più in generale?

«Cercare d’avere sempre la serenità mentale e avere la pazienza di guarire. Nella vita ci sono cose ben peggiori: un ginocchio rotto non è un dramma».

Un pensiero per il prossimo anno?

«Ho un obiettivo, ma non lo dico. Adesso penso solo alla salute».n 
Federico Errante

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