Gasp pensa a Cagliari e anche al futuro
«Senza Caldara e altri non sarà facile»

Ultimi 90 minuti decisivi come pochissime altre volte successo dal 2000 in avanti. L’Atalanta va a far visita al Cagliari bisognoso di punti salvezza, con l’orecchio puntato anche su cosa succederà tra Milan e Fiorentina in ottica 6° posto.

«Ad entrambe interessa solo vincere, dobbiamo aspettare e sperare anche nella Fiorentina, il Cagliari deve sperare nel Napoli, nel dubbio siamo tutti e due a giocare al meglio per non avere rimpianti. Ambiente caldo, stadio pieno, hanno entusiasmo dopo Firenze, bisogna trovare la matematica. Abbiamo finito bene, abbiamo fatto un girone di ritorno ottimo: peccato per gli ultimi due pareggi che ritengo positivi. E’ un test importante perché potremo trovare lo stesso ambiente in uno spareggio per entrare in Europa, ci può servire, per capire la mentalità. Hanno dei valori in casa, la ritengo una squadra stranamente in quella posizione».

Dopo la sfuriata alla vigilia del Milan tornano pacati i toni del tecnico Gian Piero Gasperini, che riflette anche sul prossimo campionato. Una risposta di sponda, che fa intuire la sua intenzione a rimanere sulla panchina nerazzurra: «Bisogna riflettere per il prossimo anno, Caldara e Spinazzola per noi sono importanti, così come Cristante, su questo qualche dubbio in più ce l’ho, ma non significa niente. Se perdi 5-6 giocatori in un anno e mezzo di quel valore non è facile per nessuna squadra e c’è da riflettere».

Resta un’altra grande stagione che sia 6° o 7° posto, nuovamente in Europa dopo le mille emozioni di quella che sta finendo e la convinzione che i nerazzurri siano ormai una realtà consolidata nel panorama italiano. «Tra i punti negativi ci sono punti persi come all’andata con i sardi - ha concluso Gasperini -, ma pure tante cose bellissime. Sono soddisfatto di tutti i ragazzi, non era facile quest’anno ripeterci, lo ritengo migliore per certi aspetti, con emozioni rispetto l’anno scorso, un entusiasmo che ci siamo portati in giro per l’Europa. Poi c’è la professionalità e disponibilità di tutti i giocatori, che meritano il massimo della stima per quello che hanno fatto. Ero convinto fosse una squadra forte e che non era stato un miracolo quello dell’ anno scorso. Forse potevamo ambire a qualcosa di più, non è stato un secondo caso, me ne sono accorto nell’approccio con le squadre importanti».

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