Gustavsson: «Atalanta sempre nel cuore»
Un «ricordo» del difensore svedese -Foto

È grazie a Bengt Gustavsson (deceduto a 89 anni) che chi vi scrive diventò di colpo da milanista a tifoso (a vita) dell’Atalanta. Pomeriggio 2 dicembre 1956: allora bambino si posizionò nella vecchia gradinata (oggi tribuna Creberg) dello stadio per un’Atalanta-Milan, terminata 2-2.

Con indosso una maglietta rossonera (naturalmente coperta dal cappotto) incitò l’undici meneghino (in panchina Gipo Viani) fino a una decina di minuti dal termine della gara. Da quel momento decise di passare sull’altro fronte diventando tra i più accesi sostenitori nerazzurri. A trasformare la “fede” calcistica fu un incantevole e determinante intervento difensivo di Gustavsson che bloccò in piena area il capitano della nazionale, il talento uruguajano Schiaffino (soprannominato Pepe) che palla al piede avrebbe sicuramente «buggerato» il portiere Boccardi realizzando il gol della vittoria. Gustavsson deliziò tutti per altre 5 stagioni sportive (154 le partite disputate nell’ Atalanta) sin quando, cioè, decise di rientrare in Svezia.

Dotato di una classe cristallina coniugava l’innata tecnica calcistica ad una intelligenza tattica unica. Insomma, gli allenatori che lo avevano in forza si esentavano nel proporgli e suggerirgli posizioni e movimenti da tenere in campo. Era, infatti, lui a sostituirsi al mister sotto molteplici aspetti. Ci ripeteva il compianto Livio Roncoli, suo compagno di squadra «Con Bengt per noi difensori voleva dire giocare sul velluto. Ci dettava i tempi per contrastare a dovere gli attaccanti e quando ci superavano ci pensava, il più delle volte, a metterci una pezza. Trasmetteva sicurezza in qualsiasi frangente e quando il risultato era avverso ci rincuorava trascinandoci a pensare subito alla sfida successiva».In occasione dei festeggiamenti per la ricorrenza del centenario di vita del club atalantino, impossibilitato a venire a Bergamo con gli ex compagni di squadra, inviò al presidente Ivan Ruggeri un telegramma con poche parole ma dal contenuto colmo di intensità «dal 1956 con l’Atalanta e il nerazzurro puntualmente nel cuore!».

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