Il governo apre: quarantena rivedibile
La Federcalcio: playoff non da escludere

Aggiustare il protocollo per potere ripartire davvero. I nodi iniziano a sciogliersi e arrivano segnali di apertura dal ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora.

Venerdì mattina 15 maggio è andato in scena un incontro tra la Figc, la Lega Serie A, il presidente della Fmsi, Maurizio Casasco, e il rappresentante dei medici di A, Gianni Nanni, come comunicato dalla stessa Lega: «Sono stati analizzati i punti difficilmente attuabili e sono state elaborate alcune integrazioni atte a risolvere problematiche oggettive. Le proposte verranno sottoposte ai ministri dello Sport e della Salute e al Cts». Le questioni riguardano quarantena in caso di positività, ritiro e responsabilità dei medici.

«Si cerca di trovare un punto di incontro per risolvere qualche piccolo ostacolo all’applicazione del protocollo», ha detto il numero uno della Federcalcio, Gabriele Gravina, a Rai 2. Analizzando in primis il tema della quarantena di tutta la squadra in caso di contagio: «È un discorso che ci preoccupa e l’abbiamo rappresentato al ministro Spadafora, trovando accoglienza e considerazione: lo stiamo affrontando, per evitare che un rapporto stressato possa generare tensione e bloccare la partenza del campionato», sottolinea Gravina.

In serata, su Rete 4, la risposta di Spadafora: «La quarantena di squadra può essere rivista: da parte nostra c’è la massima disponibilità a rivedere in maniera meno stringente la regola. Ma che le regole già in vigore vengano rispettate». Il ministro lancia anche una frecciatina: «Lunedì dovevano riprendere gli allenamenti sulla base di un protocollo proposto da Figc e Lega. Oggi, con mia sorpresa, capiamo che la Lega ha difficoltà a proporre quanto ci ha indicato: l’autoisolamento non l’avevamo proposto noi. Comunque, se gli allenamenti riprendono, tutto va nella giusta successione e la curva del contagio ce lo consentirà, non vedo perché il 13 giugno non possa ripartire il campionato», le parole del ministro.

Gravina ha parlato anche degli altri due nodi: «Una difficoltà oggettiva è nell’impossibilità di reperire strutture ricettive per il ritiro, visto che sono ancora bloccate. Dobbiamo consentire una variazione per continuare gli allenamenti, trasformandoli da individuali a collettivi». Si tenta di togliere l’obbligo del ritiro di due settimane, viste le complicazioni logistiche. Uno dei club impossibilitati è il Napoli: l’hotel individuato è stato chiuso e servono dieci giorni per la manutenzione, da qui la richiesta di Aurelio De Laurentiis di una quarantena presso i rispettivi domicili.

Poi, c’è la responsabilità dei medici: «Credo che l’Inail abbia già chiarito con una circolare: c’è responsabilità solo in caso di dolo o colpa grave», sottolinea Gravina. La strada è un po’ meno in salita, ma c’è sempre un piano B: «L’ipotesi dei playoff non è accantonata: a oggi esiste la possibilità di chiudere il campionato con un calendario denso, ma dobbiamo essere pronti a qualunque tipo di evento».

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