Il racconto di un tifoso ferito
«Non so se tornerò allo stadio»

Il sabato sera perfetto, quello da passare allo stadio al seguito della propria amata squadra, insieme ai colleghi di lavoro di fede opposta, si è trasformato in un incubo per Fabio Zanchi, ventisettenne di Locate di Ponte San Pietro, tra i 5 feriti per il lancio di bengala e bombe carta.

Il sabato sera perfetto, quello da passare allo stadio al seguito della propria amata squadra, insieme ai colleghi di lavoro di fede opposta, si è trasformato in un incubo per Fabio Zanchi, ventisettenne di Locate di Ponte San Pietro, tra i 5 feriti per il lancio di bengala e bombe carta dal settore ospiti verso la Curva Sud del Comunale, al calcio d'inizio di Atalanta-Juventus.

«È arrivato un petardo al 1' della partita - ha affermato -. È stato lanciato in mezzo alla gente e mi è esploso tra le gambe. Ho diverse scottature e non è stata una bella esperienza. Non ho avuto il tempo di avere paura e mi sono accorto che si trattava di un petardo solo quando era troppo tardi».

Il seguito potete immaginarvelo, con momenti convulsi, tanta paura e dolore per le bruciature rimediate, nonché un grosso fastidio dell'udito. In compagnia di Zanchi c'erano anche tre tifosi juventini provenienti da fuori provincia, uno dei quali è stato anch'egli ferito ad un polpaccio, rimediando 4-5 punti di sutura.

«Sono uscito dalla Curva e la Croce Rossa mi ha prontamente medicato. I miei amici non andavano da parecchi anni allo stadio, non è stato bello Adesso mi attende una settimana di riposo e devo tenere sotto controllo una ferita che mi sta dando più problemi».

Il ragazzo ha rischiato parecchio, insieme ai suoi compagni, per la stupidità di alcuni individui che poco hanno a che vedere con il gioco del calcio. Sta di fatto che Zanchi, così come altre persone presenti in Sud, ci penserà due volte prima di tornare nel vecchio Comunale.

«Non so se tornerò, mi farò un po' di domande prima di decidere - ha concluso il ventisettenne -. Di solito vado in Curva Nord, che reputo più sicura rispetto alla Sud. Ho visto i fumogeni partire e arrivare in mezzo alla gente, ma non ho avuto paura, solo quando è esploso il petardo l'ho avuta».

«Dopo quello che è successo ci penserei due volte a tornare, soprattutto pensando alle famiglie. Anche vicino a noi ce n'erano parecchie e come è successo a me poteva succedere a qualcun altro, con il rischio di coinvolgere più persone».

È l'amara conclusione di una serata che poco ha avuto a che fare con lo sport, che solo il caso non ha trasformato in tragedia.

Simone Masper

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