«In caso di giocatore positivo? Vedremo»
Anche Gravina (Figc) bacchetta Agnelli

«Sospensione del campionato qualora ci sia un caso di coronavirus tra i giocatori in Serie A? Dobbiamo essere realisti, il rischio reale esiste e adotteremmo tutti i provvedimenti per la tutela degli atleti, cercando di capire che impatto avrebbero sull’attività sportiva».

«Non possiamo escludere nulla, né azzardare ipotesi che non possiamo prevedere». Lo ha detto il presidente della Figc, Gabriele Gravina, in una intervista a «Dribbling», su RaiDue. Proprio per l’emergenza sanitaria legata alla diffusione del coronavirus, le amichevoli della Nazionale contro Germania e Inghilterra potrebbero essere a rischio: «Sembra che la città di Norimberga chiederà di rinviare la partita, in Inghilterra c’è una disposizione di quarantena: mi auguro si possa giocare almeno a porte chiuse», sottolinea il numero uno della Federcalcio.

Che, in merito alla eventualità, scongiurata, di un altro rinvio del campionato assicura che il rischio è stato «molto basso. C’è stato un confronto acceso, ma non avrei ma permesso un blocco di questo tipo. Abbiamo puntato sull’esigenza del calcio italiano, dei tifosi e, in ultimo, dell’interesse economico di tante società, raccogliendo l’invito del ministro Spadafora ad andare incontro alle esigenze degli italiani. Un evento a porte chiuse è però sicuramente monco».

Circa il comportamento di alcuni presidenti, che sembra più dettato a salvaguardare esigenze personali, «è un grave errore che danneggia il calcio italiano e i loro stessi interessi. La tutela del proprio orticello non è altro che la morte lenta del nostro sistema sportivo». Detto di non condividere «nella forma, nel merito e nella sostanza» le parole rivolte dal presidente dell’Inter Zhang al numero uno della Lega Serie A Dal Pino, Gravina non si dice d’accordo nemmeno sulle recenti esternazioni di Andrea Agnelli («Giusto che l’Atalanta sia in Champions e la Roma no?»): «È un ragionamento che la Figc non può accettare e che è contrario ai principi su cui si fonda il valore della competizione sportiva. Io sono stato tra i protagonisti di una favola come quella dell’Atalanta (il Castel di Sangro, ndr), un modello per costruire una delle più belle storie del calcio italiano e internazionale».

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