La scelta di Bellini contro il Sassuolo
Supporter atalantini divisi, ma...

L’innesto più o meno a sorpresa di Gianpaolo Bellini contro il Sassuolo ha scatenato un mare di reazioni tra i supporter atalantini. In parecchi hanno criticato la scelta di Edy Reja.

Pochi, invece, quelli che si sono schierati dalla parte del medagliato capitano. Noi apparteniamo a questi ma non è questo il discorso. Ci è, comunque, alleata la sufficienza sia pure risicata (a mo’ di media) assegnatagli da molti giornali. Risultato di una prestazione sul dignitoso e non affatto marcatamente negativa.

Escludiamo che la presenza in campo dal primo minuto sia stata dettata da sentimentalismi o da qualsiasi altro aspetto sinonimo di riconoscenza. Se così fosse ci deluderebbe l’allenatore che in virtù di una qualificata ed esperta carriera sa bene che ogni priorità va concessa alla pedina più in palla del momento e di certificata simbiosi con l’intero collettivo.

Evidentemente Reja durante la settimana che ha preceduto la trasferta di Reggio Emilia si sarà reso conto della effettiva condizione del difensore giudicandolo pertanto abile e arruolato per sostituire il titolarissimo Masiello non al top.

Tutto fa presumere che si sia, proprio, trattato di una emergenza quella di porgere la maglia al trentacinquenne giocatore. E nel corso della sfida, briosa e ricca di colpi di scena, abbiamo riscontrato nel «Bello» di Sarnico la consueta determinazione e la casacca di lavoro sudata già dal fischio iniziale dell’arbitro.

Un copione da film, del resto, visto e rivisto dalla lontana estate 1997, stagione sportiva nella quale Bellini entrò da professionista nell’organico atalantino senza più abbandonarlo. Certo, gli anni passano per tutti: ma da qui a non ritenerlo più utile per la squadra ce ne corre.

Se fosse giunto al capolinea avrebbe risposto, senza esitazione, «sì» alle insistenti proposte della società per un ruolo dirigenziale. All’occorrenza, nel prosieguo del campionato siamo convinti che troverà il modo di messsaggiare di nuovo al mister la propria candidatura, figlia del rigoroso impegno professionale di sempre.

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