Ultimo saluto al gigante del motociclismo
L’omaggio di Bergamo a Carlo Ubbiali

Nella chiesetta di Ognissanti al cimitero di Bergamo tanti i ricordi e le attestazioni di stima e affetto nei suoi confronti nei confronti del campione deceduto il 2 giugno.

C’è anche la corona di fiori di un altro grande del motociclismo, Giacomo Agostini, a rendere omaggio a Carlo Ubbiali, «gigante» del motociclismo mondiale: nella mattinata di venerdì 5 giugno si sono celebrati i funerali del campione bergamasco, morto il 2 giugno all’età di 90 anni. Nella chiesetta di Ognissanti al cimitero di Bergamo tanti i ricordi e le attestazioni di stima e affetto nei suoi confronti espressi durante la Messa celebrata da padre Mauro Bergamelli.

Tra i campioni e amici che hanno voluto portare l’ultimo saluto a Ubbiali e alla famiglia il campione Agostini che ha ricordato che per lui Ubbiali è stato sempre un esempio da emulare e a cui tendere ma anche l’amico Ettore Tacchini, avvocato, che lo ha ricordato come l’immagine dello sport bergamasco nel mondo. La chiesetta di Ognissanti ha ospitato almeno 70 persone all’interno e altrettante all’esterno per i funerali (secondo le restrizioni in atto per l’emergenza coronavirus): amici e tifosi si sono stretti intorno alla famiglia: la moglie Mariella e i 4 figli. Presente anche il gonfalone dell’Associazione nazionale atleti olimpici e azzurri d’Italia.

Ubbiali era ricoverato dai primi di maggio all’ospedale Papa Giovanni per problemi respiratori. Il 22 settembre scorso aveva compiuto 90 anni. Vincitore di 9 titoli mondiali (6 nella 125 e 3 nella 250) e di 8 italiani, sempre in sella alla sua Agusta, era di Bergamo come Giacomo Agostini, altra leggenda del motociclismo e che aiutò a formarsi da ragazzo. In particolare negli Anni Cinquanta era stato il motociclista italiano più amato e seguito, vincitore di 39 gare su 74 disputate. Il 16 dicembre scorso gli era stato assegnato dal Coni il Collare d’oro al merito sportivo, la più alta onorificenza.

Con i suoi nove titoli Mondiali conquistati (6 in 125 e 3 in 250), Carlo Ubbiali era uno dei tre piloti italiani più vincenti di tutti i tempi in pista, insieme a Valentino Rossi (9 anch’egli) e Giacomo Agostini (15). Ubbiali però ottenne questi risultati in un’epoca in cui le tragedie erano all’ordine del giorno, complici misure di sicurezza inesistenti e protezioni quasi nulle per i piloti: in testa portavano i caschi a scodella, le tute non avevano le saponette e i paraschiena non erano ancora stati inventati.

Oltre alle gare del Mondiale, negli anni Cinquanta esistevano anche competizioni leggendarie come la Milano-Taranto, gara su strada in tappa unica di 1.300 km: Ubbiali vi partecipò nel 1950, tagliando per primo il traguardo con una Mondial 125 in meno di 13 ore ma poi fu squalificato per essere stato spinto, contro la sua volontà, nell’ultimo chilometro quando il motore si ammutolì.

Nel Mondiale aveva esordito l’anno prima al Gp di Svizzera con la Mv Agusta, classificandosi al 4° posto nella classe 125. Passato alla Mondial, conquistò il 1° Gran premio, in Irlanda del Nord, con un minuto di vantaggio e nel 1951 vinse il Mondiale, sempre in 125. L’anno seguente fu vicecampione del mondo nella ottavo di litro ma gettò le basi per i successi seguenti, tornando a legarsi alla Mv Agusta. Con la Casa varesina fu 3° nel 1953 e 2° nel 1954, ma nel 1955 fu imprendibile per tutti: conquistò 5 dei 6 Gp stagionali (fino al 1960 il campionato era composto da non più di 8 gare), ottenendo anche la sua prima vittoria al Tourist Trophy.

La leggenda di Ubbiali è alimentata dalle imprese all’Isola di Man: di 15 gare disputate ne ha vinte 5, arrivando secondo in 7 occasioni. Memorabile la doppietta del 1956 al TT: successo in 125 con 5 minuti di vantaggio e in 250 con 2 minuti di margine. Nella 250 aveva esordito l’anno prima a Monza, chiamato in extremis dalla famiglia Agusta per conquistare il Mondiale costruttori: alla vigilia della gara infatti l’Mv e la Nsu erano a pari punti ma al venerdì le moto tedesche erano più veloci di 2 secondi al giro. Ubbiali, che fino ad allora aveva guidato solo 125, vinse la gara precedendo un trio di Nsu.

Nel 1956 gareggiò nelle 2 classi vincendo entrambi i Mondiali, cosa che fece pure nel 1959 e nel 1960 mentre nel 1958 è stato campione della 125. In totale ha vinto 39 Gp ed è salito sul podio la bellezza di 68 volte in poco meno di 80 gare iridate. Otto invece i Campionati italiani conquistati

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