L’ultimo saluto a Felice Gimondi
Migliaia di tifosi per i funerali a Paladina

Già di primo mattino molti tifosi, corridori e autorità si sono trovati a Paladina per partecipare ai funerali di Felice Gimondi. Ieri l’omaggio alla camera ardente.

Migliaia i tifosi e gli appassionati di ciclismo giunti lunedì 19 agosto a Paladina da ogni parte d’Italia per rendere omaggio a Felice Gimondi, morto per un infarto venerdì 16 agosto nelle acque di Giardini Naxos, in Sicilia. La salma è arrivata a Paladina, nella camera ardente allestita nella chiesetta adiacente la chiesa parrocchiale, alle 0,50 di lunedì e ad accoglierlo c’erano don Vittorio Rossi, parroco di Paladina e Giovanni Bettineschi di Promoeventi. Oggi l’ultimo abbraccio a Gimondi. I funerali alle 11 nella parrocchiale sono stati celebrati dal vicario generale monsignor Davide Pelucchi, da don Vittorio Rossi e monsignor Mansueto Callioni.

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Al termine dei funerali, la salma del campione è stata portata al cimitero di Bergamo, scortata da due moto della Polizia stradale di Bergamo. Gimondi aveva espresso la volontà di essere cremato e l’urna sarà custodita dalla famiglia, in casa, nel castello di Paladina. Quella tra domenica e lunedì è stata una notte particolarmente silenziosa, una pace quasi assordante e poi l’alba. La camera ardente ha aperto le porte intorno alle 7,30 e i primi a entrare sono stati monsignor Mansueto Callioni con Luigi Carelli, Gianluigi Stanga e lo stesso Giovanni Bettineschi. Via via sono sopraggiunti, a colpi di pedale, i tifosi soprannominati dalla figlia Norma «i gimondiani»: alcuni in sella alle loro biciclette, altri con le maglie in lana (Bianchi, Salvarani,...), altri ancora con divise più moderne, altri mostravano con orgoglio le foto in bianco e nero che li ritraevano con il loro idolo sorridente; quindi autorità, personaggi del mondo dello spettacolo, dello sport, della musica, della politica e i campioni che insieme a lui hanno scritto pagine che rimarranno nella storia del ciclismo mondiale.

Un’atmosfera indescrivibile, un senso di appartenenza a una grande famiglia che con umiltà e affetto si è stretta fortemente al dolore della moglie Tiziana, delle figlie Norma e Federica con Maurizio, e di tutti i familiari. Abbracci sinceri e lacrime, sorrisi e tanti ricordi di gioventù, di imprese epiche, di sfide e sogni ancora da realizzare. «Vorrei ringraziare tutti di cuore a nome della mia famiglia» dice la figlia Norma alla camera ardente con la mamma Tiziana.

Vittorio Adorni, suo direttore sportivo dice: «Felice sarà ricordato per sempre». «Felice non c’è più– dice Gianni Motta– mi mancheranno le nostre frecciatine. Vorrei dirgli soltanto una cosa: “Se mi hai fatto qualche sgarbo, arrangiati. E se invece te l’ho fatto io, lascia perdere”. Eravamo nemici in corsa ma grandi amici nella vita ». Paolo Savoldelli arriva con Ernesto Colnago e Franco Balmamion: «Siamo ancora frastornati. Abbiamo perso un amico sincero». «Non mi rendo ancora conto», dice Italo Zilioli. Claudio Corti: «Felice era unico, nessuno potrà mai eguagliarlo». Elio Corbani, Marino Lazzarini, Mirco Gualdi, Ivan Gotti, Paolo Tiralongo, Vittorio Algeri, Gianluca Valoti, Rossella di Leo, Atos Pirovano, Ermanno Brignoli, Paolo Lanfranchi, Serge Parsani con Cesare Galimberti, fotografo della famiglia Gimondi ricordano: «Felice era un galantuomo in corsa e fuori. Il “Capo” era riservato e innamorato della sue donne». Conclude il cantante Enrico Ruggeri: «Il ciclismo unisce e non divide. Gimondi ci ha insegnato a lottare e a non voltarci. Lui ci sarà sempre».

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