Migliaccio e un futuro da ds - Video
«Chiudiamo i conti e poi via alla festa»

Dopo l’addio di Bellini un anno fa, l’ultima di campionato in casa atalantina, domenica 28 maggio contro i Chievo, avrà il valore del saluto finale a due bandiere. Una è Cristian Raimondi, l’altra è Giulio Migliaccio, che ha salutato i tifosi allo store spiegando alla stampa presente quale sarà il suo ruolo nella prossima stagione.

Prima però ci sono ancora due partite e un discorso da chiudere per evitare di passare l’estate avendo nella testa i preliminari di Europa League, obiettivo già centrato nello scorso week end. «È un sogno che si realizza anche per me, raggiungere l’Europa con questa maglia è qualcosa di speciale: conosco benissimo dopo 7 stagioni gli atalantini e capisco cosa significa per loro. E’ una soddisfazione immensa perché siamo partiti con altri obiettivi, ma grazie ai giovani, al gruppo e al nostro mister abbiamo fatto cose incredibili. L’Empoli si gioca la salvezza, ma noi vogliamo chiudere il discorso 5° posto, ce lo meritiamo per quanto abbiamo fatto tutto l’anno. Pensiamo ai toscani, poi all’ultimo turno festeggeremo anche l’addio di Migliaccio e Raimondi».

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Sono passati più di dieci anni da quell’esordio al Comunale, dall’arrivo da sconosciuto ad un amore incondizionato arrivato per quel suo modo di giocare: palla o gambe e da lì il coro «Picchia per noi Giulio Migliaccio», prima di indossare le maglie di Palermo e Fiorentina per poi tornare alla base.

«È una scelta presa da tempo, smetto nel migliore dei modi, lasciare l’Atalanta in Europa è il massimo. Il distacco sarà meno doloroso perché è gratificante dare una mano ancora a questa società: farò il corso di direttore sportivo, con Sartori ho la possibilità di imparare un altro ruolo. Voglio rendermi utile, mettere le mie qualità umane d’esempio anche per i giovani. Avevo già deciso fosse l’ultimo anno: ho giocato poco, ma il mister è stato corretto con me: si può essere utili senza giocare, le partite si vincono anche nello spogliatoio. Con il Chievo sarà una grande emozione, ci tengo a salutare tutti.È giusto smettere quando capisci che il momento: accompagnerò in giro la squadra per l’Europa».

Migliaccio ragiona già da diesse, fa il riassunto della stagione e da leader, insieme a Raimondi, del gruppo può permettersi di fare qualche nome, chi ha sorpreso e nel silenzio è stato tra le fortune del tecnico piemontese. «Il mister è stato chiaro: bisogna dare importanza a questa Europa League, fai tanti sacrifici per arrivarci e quando ci riesci la devi onorare per bene. La proprietà e il mister sono ambiziosi e vedo il futuro dell’Atalanta roseo. Il colpo dell’Atalanta è Gasperini, ho avuto la sfortuna di conoscerlo da “vecchio”: ho visto nuovi metodi di lavoro ed è un bagaglio che mi porterò dietro. Anche i top sanno che Bergamo non è un ripiego, perché qua si può solo crescere e migliorare e stare sempre nella parte sinistra della classifica. Ci sarà l’Europa e il campionato, ci sarà bisogno di una rosa più ampia. Il Papu ha finalizzato il nostro gioco, ma stravedo per la nostra colonna Masiello-Freuler e Kurtic, che hanno trainato questo gruppo, senza dimenticare Toloi».

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