«Non entra allo stadio e va in Senato?»
C’è il Bocia (in cravatta). Malagò stupito

«La presenza in Senato del capo ultrà dell'Atalanta sottoposto a regime di sorveglianza? L'ho letto sui giornali, fa stupore che chi è sottoposto a tale restrizione non possa entrare allo stadio e invece entra al Senato dove è in discussione la modifica delle norme sulla violenza negli stadi». Il video nella notizia, tratto dalla trasmissione tv «Dodicesimo in campo».

«È una vicenda che si commenta da sola, servirebbe maggiore attenzione soprattutto in alcune sedi istituzionali». Sono le parole del presidente del Coni, Giovanni Malagò, a margine della presentazione dei campionati del mondo di marcia a squadre in merito alla presenza di Claudio Galimberti, leader degli ultrà dell’Atalanta e noto come «Bocia», a una conferenza organizzata mercoledì 6 aprile in Senato. «Noi ci stiamo attenti - ha aggiunto il numero uno dello sport italiano - specie quando ci sono elementi di strumentalizzazione».

Mercoledì i rappresentanti delle tifoserie organizzate hanno infatti incontrato deputati e senatori. C’era pure l’atalantino Galimberti.

Si è trattato dei rappresentanti di venticinque tifoserie organizzate (Arezzo, Ascoli, Atalanta, Avellino, Bari, Brescia, Bologna, Cavese, Cesena, Fasano, Genoa, Lazio, Milan, Napoli, Padova, Palermo, Parma, Reggiana, Sampdoria, San Donà, Ternana, Udinese, Venezia, Vicenza, più la Fortitudo Bologna Basket).

Ultrà, deputati e senatori insieme nella stessa aula, per un faccia a faccia che aveva lo scopo di affrontare varie tematiche legate al mondo del tifo: un passo nel segno del dialogo, parlando di una proposta di disegno di legge che ha lo scopo di evitare il doppio Daspo, ma anche di barriere nelle curve, divieti a fumogeni, striscioni e manifestazioni. Il messaggio dei tifosi è stato più o meno questo: «Lasciateci fare il tifo e noi porteremo passione, ma non violenza». Alla riunione romana ha partecipato anche Claudio «Bocia» Galimberti, nell’occasione in giacca e cravatta: il leader della tifoseria atalantina, da poche settimane sotto sorveglianza speciale, è tra l’altro ancora sotto processo. «Il derby di Roma senza tifosi è il simbolo di ciò che sta succedendo: il nostro è un grido di dolore, vogliamo tornare allo stadio e tifare, ma ci servono i nostri strumenti», ha detto Galimberti in un’intervista fuori dal Senato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA