«Pantani non si suicidò: fu ucciso»
La procura di Rimini riapre il caso

Il 14 febbraio 2004 Marco Pantani non si suicidò, il fuoriclasse di Cesenatico non era solo in quella camera d'albergo. Dieci anni dopo, l'inchiesta della Procura della Repubblica di Rimini ha riaperto il caso.

Il 14 febbraio 2004 Marco Pantani non si suicidò, il fuoriclasse di Cesenatico non era solo in quella camera d'albergo. Dieci anni dopo, l'inchiesta della Procura della Repubblica di Rimini ha riaperto il caso.

Lo rivelano la «Gazzetta dello Sport» e «La Repubblica». Non si sarebbe trattato di suicidio, ma il Pirata sarebbe stato ucciso: «omicidio con alterazione del cadavere e dei luoghi», la nuova ipotesi della Procura. Pantani, dunque, sarebbe stato picchiato e costretto a bere la cocaina mentre era nella propria stanza d'albergo.

Questa è la nuova ipotesi dell'inchiesta condotta dal procuratore capo di Rimini, che ha accolto l'esposto della famiglia Pantani. Pesano anche le conclusioni della nuova perizia realizzata dal professore Avato, secondo la quale le grandi quantità di stupefacente trovate nel corpo di Pantani si possono assumere solo se diluite in acqua.

«16 anni fa, 2 agosto, Marco vinceva il Tour e quest'anno, a 10 anni dalla sua morte, mentre Cesenatico festeggiava la sua notte gialla non più dedicata a lui do una notizia a tutti i tifosi e a quelli che hanno creduto e voluto bene al mio Marco: il caso è aperto per omicidio». Lo scrive su Facebook Tonina Pantani, mamma di Marco, confermando le indiscrezioni di «Gazzetta» e «Repubblica».

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