Para il rigore, insulta l’avversario
Razzismo, 3 mesi al baby portiere

Sul comunicato della Delegazione di Bergamo riferito alle gare di domenica scorsa, spicca la squalifica di tre mesi comminata a un giocatore della categoria Giovanissimi della Sorisolese, punito per atti di discriminazione.

Sul comunicato della Delegazione di Bergamo riferito alle gare di domenica scorsa, spicca la squalifica di tre mesi (termine esatto: il prossimo 10 luglio) comminata a un giocatore della categoria Giovanissimi della Sorisolese, punito con ai sensi dell’articolo 11 del codice di giustizia sportiva, quello dedicato agli atti di discriminazione.

Il freddo dispositivo della decisione - «frasi gravemente offensive e discriminatorie nei confronti di un avversario per motivi di razza e colore» - è quello che già in passato è stato alla base di simili provvedimenti presi un po’ in tutte le categorie del calcio dilettantistico.

I presenti, tra l’altro, raccontano di un episodio per nulla intriso di veleni o esasperazioni plateali: anzi, ai più le motivazioni di quell’espulsione erano persino sfuggite e soltanto le ricostruzioni di fine gara hanno fatto luce, pur con qualche dubbio, su ciò che il direttore di gara ha visto, sentito, sanzionato. Tutto è nato dalla tensione del momento, dal gesto tecnico esaltante del portiere che, con la foga agonistica che prevale, ha detto qualcosa di troppo all’avversario. Il regolamento, però, non fa sconti e prevede che in episodi di questo genere si applichi una sanzione gravosa.

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