Pessimo campo, brutta partita
ma la difesa ha tenuto bene

D'accordo, il succo è chiaro: pessimo campo, brutta partita, discreto passetto. Tra osare a costo di rischiare e rischiare il minimo a costo di non volare, l'Atalanta ha scelto la prudenza acchiappando il punticino contro il Catania e puntellando l'exploit di Palermo.

D'accordo, il succo è chiaro: pessimo campo, brutta partita, discreto passetto. Tra osare a costo di rischiare e rischiare il minimo a costo di non volare, l'Atalanta ha scelto la prudenza acchiappando il punticino contro il Catania e puntellando l'exploit di Palermo. Non proprio aurea mediocritas, ma ci sta, soprattutto perché nel pareggino coi cagneschi etnei brilla la nuova tenuta difensiva. È la buona notizia di giornata. Senza strafare, Scaloni a destra ha aggiunto mestiere, Del Grosso a sinistra maggiore equilibrio tra difesa e attacco, Stendardo è ormai bandiera anche di fatto, Canini applicato scudiero. E così, toccando ferro, l'impressione è che dal mercato di gennaio l'Atalanta abbia ritrovato maggiore saldezza difensiva e che la partita di domenica a Torino col Toro possa rendere più ragionevole l'ottimismo.

Fermare le punte granata, tornare a casa senza gol sul gobbone sarebbe la conferma della nuova virtù difensiva e un paracadute migliore per i perduranti stenti offensivi, confermati dallo 0-0 di ieri. Più del risultato, è il prodotto in zona gol dell'Atalanta, molto vicino allo zero, a far scricchiolare il sorriso e ad alimentare nuovi dubbi sull'attitudine a fare gioco del centrocampo a tre. Vero che Denis è tornato a latitare, vero che Brienza si è acceso a spot, vero che il campo e il Catania ci hanno messo lo zampone, ma la scelta della mediana a tre non avendo il regista Cigarini non ha reso più fluida la manovra né ha contribuito a portare più giocatori al tiro, confermando il trend del passato: bene a Roma fino allo 0-1 con la Lazio, maluccio col Cagliari, ottimo nella ripresa col Palermo, spuntato ieri col Catania.

Al tirar delle somme, la soluzione funziona quando c'è da aggredire e ripartire in contropiede, meno quando c'è da far girar palla e portare più giocatori in zona-gol, il costante handicap dell'Atalanta. Al di là del Catania, il problema si pone in prospettiva per la perdurante assenza di Cigarini. E qui può entrare in gioco Brienza, il jolly che mancava all'Atalanta per cambiare pelle a partita in corso. Col Catania ha fatto il trequartista di destra sulla linea di Bonaventura, dando l'impressione però di poter essere più pericoloso partendo molto largo a destra o molto più vicino a Denis. Cioè da ala nel 4-4-2 o da seconda punta quando ci sarà da fare la partita, rischiando qualcosa in più. Nel frattempo, se domenica a Torino, fuori Bonaventura, ritoccherà a Moralez, avremo la prima risposta al dilemma della qualità: possono coesistere Brienza e Maxi? Uno lascia in panchina l'altro o l'Atalanta può raddoppiare la fantasia?

Simone Pesce

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