Quando il rugby non ha barriere
«Ema» gioca solo con un braccio

A volte lo sport porta a galla vicende, umane prima che sportive, di cui scrivere è un piacere. Ecco la storia di Emanuele Guehi, 15 anni.

«Ema» abita a Bolgare, è nato a Brescia nel 1999 ma è originario della Costa d’Avorio e cresciuto a Concesio. Ha dovuto subito lottare, appena venuto al mondo, con una paresi ostetrica al braccio sinistro. Un handicap che però non gli ha impedito di fare sport: prima calcio, poi atletica e infine, cinque anni fa, il primo contatto con quella palla ovale dai rimbalzi così strani, così imprevedibili. Col rugby, conosciuto nelle scuole e poi a Telgate, è stato amore a prima vista e ora Emanuele, dopo la trafila in U12 e U14, è un punto di riferimento importante per l’U16 della Rugby Bergamo. «Ne avevo sentito parlare - racconta, ricordando i primi esercizi di rugby a scuola - ma quando ho provato mi ha subito intrigato».

A tal punto che sabato scorso, nel match d’esordio del girone èlite contro il Cammi Calvisano, Ema era lì, in campo, massiccio, a sfondare muri e avversari, incurante di un handicap che, in questi anni, non lo ha mai fermato. Sabato Emanuele è stato costretto a uscire dopo circa 10’. Poco importa.

Negli anni scorsi il giovane Guehi, fan degli Springbooks e in particolare del pilone sinistro Tendai Mtawarira, ha corso, placcato e giocato senza problemi, guadagnandosi pure una marea di applausi ad ogni ingresso e uscita dal terreno di gioco.

Leggi di più su L’Eco di Bergamo del 15 ottobre 2014

© RIPRODUZIONE RISERVATA