Reja divide a metà la tifoseria
come accaduto con Colantuono

La conferma di Edy Reja divide a metà la tifoseria atalantina. Lo abbiamo toccato, ulteriormente, con mano partecipando alla Camminata nerazzurra di domenica mattina. Non c’è, comunque, da stupirsi perché era accaduto anche con Stefano Colantuono nei sette anni (in due tornate) di permanenza.

I favorevoli a Reja sottolineano la certificata esperienza, la pragmaticità e l’equilibrio nel guidare il gruppo sia in allenamento sia in panchina. Il fatto, poi, che abbia centrato l’obiettivo-salvezza viene poi messo in grandissimo rilievo. Viceversa i refrattari usano mettere sull’altro piatto della bilancia una presunta carenza caratteriale e aspetti tecnici-tattici piuttosto attempati. Non mancano, poi di proporre come alternative Donadoni e Prandelli.

In ogni caso società e lo stesso Reja non hanno esitato un istante nel rispettare sino in fondo il contratto stipulato subito dopo l’esonero di Colantuono. Proprio per martedì 9 è fissato un summit, presenti mister e l’alta dirigenza, presieduto da Antonio Percassi. All’ordine del giorno, in primis, l’«ossatura» da dare alla squadra nella prossima stagione sportiva. Dalle dichiarazione qua e là uscite dalle bocche dei diretti interessati ci è parso di capire che non sarà privilegiata la rivoluzione nell’organico bensì qualche modifica. Si è parlato e riparlato, ad esempio, di tre-quattro innesti e altrettanto uscite. Facile, allora, ipotizzare l’arrivo di una pedina nei tre ruoli cardine, difesa, centrocampo e attacco.

Importante, sull’incontro di inizio settimana, sarà inoltre conoscere quale la valenza da attribuire alla politica dei giovani. Da sempre, del resto, nell’entourage nerazzurro le attenzioni nei confronti dei baby occupano un posto preminente. E non è un caso se contemporaneamente addirittura tre «figli di Zingonia» Baselli, Sportiello e Zappacosta (in ordine rigorosamente alfabetico) giocheranno gli Europei con la maglia della nazionale under 21.

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