Remer e Comark come i gamberi
Cocenti delusioni dopo i brindisi

La scorsa settimana brindavamo, risultati della domenica alla mano, agli exploit di Remer e Comark in campionato.

Adesso abbiamo l’ingrato compito di commentare gli ultimi preoccupanti flop di entrambe le nostre rappresentanti. Cominciamo dal clamoroso scivolone dell’allora capolista Remer contro la cenerentola Piacenza, con all’attivo la miseria di tre vittorie nel corso di quattordici partite. Un esito, sul parquet emiliano, a sorpresa che avrebbe fatto milionario lo scommettitore di turno.

Questa volta ha visto bene coach Adriano Vertemati che alla vigilia del match aveva messo, come sua abitudine, le mani avanti asserendo che Piacenza avrebbe sino a quel momento meritato di vincere, udite udite, cinque partite in più. Previsione, ahinoi, azzeccata ma, concedeteci dalle motivazioni per nulla convincenti. Secondo noi, invece, a causare la sconfitta è stata l’ inattesa prestazione sotto tono della squadra rispetto sfide precedenti, sicuramente, giocate a livello differente. Inoltre, perché sottacere le due-tre mosse della panchina apparse ai più quanto meno discutibili? Una su tutte l’utilizzo part time di Carnovali (venti minuti, l’equivalente, cioè, di metà incontro). E si sta parlando di un giocatore decisamente in palla da circa un mese. La sua doppia cifra, in fase realizzativa, sempre a Piacenza la dicono lunga o no?

Scendiamo di una categoria (serie B) con la Comark che, dall’inizio del torneo, non riesce a produrre continuità. Di questo passo la compagine cittadina non si schioda dal centro classifica, posto che non si coniuga con l’effettiva potenzialità dell’organico messo a disposizione di Alessandro Galli. Non si venga a sostenere che all’Italcementi si è perso ma di fronte all’accredita capolista. Siamo sicuri che a livello puramente individuale la Comark le sia inferiore?. Allora, fuori le possibili ragioni di un cammino indiscutibilmente al rallentatore. Da tempo siamo dell’idea che dalle pedine in organico occorre esigere di più sia sotto l’aspetto tecnico-tattico sia motivazionale. A buon intenditor, poche parole…

Arturo Zambaldo

© RIPRODUZIONE RISERVATA