Nazionale, El Shaarawy falso positivo
Bergamo, vigilia tormentata per gli azzurri

Sbarcata a Bergamo per rendere omaggio alla provincia italiana più colpita dalla pandemia, la Nazionale si è ritrovata a sua volta alle prese con un caso di sospetto contagio.

Nel giro di 24 ore Stephan El Shaarawy è risultato «lievemente positivo» a un tampone effettuato nella serata di lunedì 12 ottobre e poi negativo a quello di controllo di martedì 13 ottobre. Allarme quindi rientrato, ma intanto la vigilia della sfida di Nations League contro l’Olanda è stata stravolta.

Sono gli imprevisti del calcio nell’era del Covid: si è dato numerose precauzioni ma non è impermeabile al virus. Il medico degli azzurri, Andrea Ferretti, ha quasi perso il conto dei tamponi nei dodici giorni di ritiro, praticamente uno al giorno, «in un’occasione due», e il penultimo giro ha messo paura a El Shaarawy, che comunque è «in ottima salute», ha certificato il medico, e dopo il test negativo potrebbe tornare a disposizione.

Anche prima di scoprire che alla fine si trattava di un caso di «falso positivo», il ct, però, aveva preso senza scomporsi la scomoda situazione. «Mica è stata una giornata pazzesca, è normale. Chiunque può trovarsi positivo, i calciatori hanno bambini piccoli che vanno a scuola. I ragazzi fanno una vita sana, fanno attenzione. So che a novembre potremmo ritrovarci con qualcuno positivo che non può venire, ma spero non sia così», notava arrivando allo stadio di Bergamo, la città che sta ripartendo dopo la primavera a contare morti a un ritmo cinquecento volte superiore rispetto al solito. L’unico cruccio di Mancini è quello di non poter giocare «con la gente e le cose a posto: purtroppo non è così, ma ci fa piacere essere a Bergamo».

Con El Shaarawy rimasto in isolamento in ritiro, per sicurezza, allenamento e conferenza stampa sono slittati di due ore, in attesa dei risultati di un secondo giro di tamponi effettuato in mattinata. E agli imprevisti si è aggiunto un problema tecnico nel laboratorio che ha ritardato la consegna dell’esito del tampone di controllo, arrivato all’ora di cena. Non in tempo per l’allenamento, che il protocollo Uefa ha limitato a una seduta con i giocatori distanziati, solo torello e un po’ di scatti.

Mancini aveva però le idee chiare: in difesa ci sarà Chiellini e questa volta la maglia di centravanti titolare toccherà a Immobile, fuori contro Moldavia e Polonia, dove hanno trovato spazio Caputo e Belotti. Ma sul tema il ct non vuole sentire polemiche. «Chiariamo le cose, è una Nazionale messa insieme due anni fa, abbiamo un gruppo di ragazzi bravissimi, altrimenti non avremmo fatto questi risultati - ha spiegato -. Io ho rispetto dei giocatori, avranno una partita ogni tre giorni, a fine campionato non andranno in vacanza, quindi devo salvaguardarli: se ho tre partite ne faccio giocare una per uno, con l’Olanda tocca a Immobile. Ciro è un bravissimo ragazzo, ha fatto una valanga di gol, ma ho anche rispetto per quella che sarà la sua stagione, lunghissima».

Nello stadio decorato con un enorme tricolore in curva, davanti ai sindaci della zona e ai medici in prima linea contro il Covid, c’è da sperare che contro l’Olanda gli azzurri non sprechino come nello 0-0 in Polonia. «Abbiamo deciso di cercare di fare qualcosa di bello, ci stiamo riuscendo ma sappiamo che abbiamo tanti giocatori giovani», ha sottolineato il ct, convinto che la sua nazionale sia migliorata rispetto all’ultima Nations League, e che questo torneo «possa servire per arrivare al meglio all’Europeo: possiamo migliorare tanto».

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