Sarà una Granfondo speciale
A 50 anni dal Tour di Gimondi

Diciannovesima edizione all’insegna della Grande Boucle e di una forte accelerata verso l’estero. Cinquant’anni fa, infatti, Felice Gimondi trionfava al Tour de France nella sua impresa più grande e la «sua» Granfondo Internazionale, domenica 10 maggio, ricorderà il leggendario anniversario vestendosi naturalmente di giallo.

La maglia celebrativa è già pronta: giallo il colore dominante, con patch e dettagli che richiamano momenti chiave della carriera del grande campione, come il colletto rosso e nero su cui bordini e grafica richiamano la casacca della Salvarani, che vide sbocciare la stella di Felice Gimondi. Nella parte posteriore c’è il tricolore con l’autografo del campione di Sedrina, patch celebrativa del Tour 1965 nella parte centrale e in evidenza naturalmente c’è sempre il numero 50.

Sarà un’edizione speciale dunque della «Gimondi», forse anche più speciale delle altre, viste le due importanti ricorrenze: oltre ai 50 anni dalla vittoria in giallo di Gimondi, ci sono anche i 130 anni del marchio Bianchi. Una versione 2015 su cui, per volontà degli organizzatori, soffierà ancora più forte il vento d’Europa. L’obiettivo prioritario è quello di rendere la corsa sempre più internazionale richiamando a Bergamo tanti appassionati, soprattutto da Inghilterra, Francia, Belgio e Olanda. Nell’anno dell’expo sarà una «Gimondi» ancora più aperta verso il Vecchio continente.

Giuseppe Manenti, storico organizzatore con la sua G.M.Sport, lo dice apertamente: «Il concetto principale è quello di dare alla Granfondo Felice Gimondi-Bianchi un respiro sempre più internazionale. Per fare questo, ci siamo mossi per tempo, promuovendo la nostra gara, insieme a Felice, in Olanda, Germania, Belgio e Inghilterra. È stato un grande lavoro e ora speriamo di raccoglierne i frutti. Siamo stati alla Sei giorni di Gand e, di recente, anche alla Roubaix. Lì Felice è un mito, e speriamo di portare tanta gente dal Belgio, come dalla Francia, dall’Inghilterra e dall’Olanda».

Bergamo, da questo punto di vista, offre anche un assist logistico non indifferente: «Questi paesi possono beneficiare dei collegamenti diretti con la nostra città anche attraverso i voli low cost - sottolinea Manenti -, e quindi puntiamo a portare più gente possibile dall’estero. Anche perché fuori dall’Italia c’è una cultura meno agonistica di queste manifestazioni e noi vogliamo esaltare in primis questo aspetto. La Granfondo Felice Gimondi dev’essere sempre di più una grande giornata di sport, da vivere come una festa, per far conoscere Bergamo e il suo territorio in giro per il mondo. L’ampio respiro internazionale è il tasto su cui intendiamo spingere di più ed è la porta ideale verso il futuro».

E, stando ai dati che iniziano a trapelare, pur essendo ancora in divenire l’obiettivo sembra essere già centrato. Sono circa 2.600, ad oggi, le iscrizioni acquisite e la tendenza fa pendere la bilancia verso le 3.200-3.500 definitive. Molte le adesioni dall’estero, Europa soprattutto, ma anche paesi lontanissimi come Giappone, Corea, Sudafrica, Canada e anche particolari e insoliti, se si pensa che stiamo parlando di ciclismo, come Cipro e Israele. Si parla di quasi 25 nazioni coinvolte.

Quanto ai percorsi, è stato confermato il succulento format dei tre tracciati, che finalmente tornano ad essere quelli classici della «Gimondi». L’anno scorso si era messa di traverso pure la frana in Val Taleggio, che aveva costretto gli organizzatori a improvvise modifiche. Nel 2015 invece la Granfondo Felice Gimondi-Bianchi torna all’antico. Percorso corto da 89,4 km, con Colle dei Pasta, Gallo e Selvino; medio di 128,8 km con l’aggiunta della Val Taleggio, e poi lungo da 162,1 km  con la solita scorpacciata di salite: Pasta, Gallo, Selvino, Val Taleggio, Berbenno e Valle Imagna.

Un ultimo numero ricavato dai libri di statistica della corsa mette i brividi: dalla storica prima edizione datata 5 maggio 1996 hanno preso parte all’evento 68.812 ciclisti; 56.957 (pari all’82%) sono riusciti a concludere la prova, mentre 42 atleti, ribattezzati dagli organizzatori i «puntuali», sono stati capaci di portare a termine tutte le edizioni. E questi numeri sono destinati a lievitare....

Paolo Vavassori

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