Serie A: il 21 giugno Atalanta-Sassuolo
Lunedì i calendari. No a playoff e playout

Domenica 21 giugno, alle 19,30, Atalanta-Sassuolo riaprirà la stagione del calcio a Bergamo. È la notizia dell’ultima ora.

Dopo che per tutta la giornata sembrava che la serie A dovesse cominciare venerdì 19 giugno con Atalanta-Sassuolo, anticipo dei 4 recuperi che apriranno la serie A. Sembrava tutto deciso, con un omaggio a Bergamo città simbolo della lotta al Covid. Invece ieri sera, in extremis, è cambiato tutto. La Lega ha diramato una nota per precisare che la serie A ripartirà con i recuperi della sesta giornata di ritorno (quindi anche Atalanta-Sassuolo) «nel weekend del 20/21 giugno». Quindi non venerdì 19.

Pare che il ministro dello sport Vincenzo Spadafora, che giovedì aveva indicato il «20 giugno» per la ripresa del campionato, non abbia gradito la decisione di proporre un anticipo il 19 presa in autonomia da Lega e tv. Però, precisa sempre la nota di ieri sera della Lega, è anche prevista «la programmazione dell’ottava giornata da lunedì 22 giugno». Quindi sabato 20 (a quanto pare la prima gara sarà Torino-Parma) e domenica 21 i quattro recuperi, poi da lunedì 22 il turno infrasettimanale intero, di 10 partite.

Che a questo punto potrebbero essere spalmante addirittura su quattro giorni (dal lunedì al giovedì). Con la prospettiva che poi il venerdì parta la giornata successiva (cioè il turno della domenica). E via di questo passo fino al 2 agosto. Saremmo alla serie A tutte le sere. tipo Nba.

Semifinali di coppa in deroga?

È certo, comunque, che la stagione ricomincerà dalla Coppa Italia e il campionato con i recuperi. Sono i due punti fermi da cui partirà la Lega Serie A per cercare di definire ufficialmente lunedì il calendario, con date e orari. Ieri (si sono tenuti nell’ordine il Consiglio, l’Assemblea e di nuovo il Consiglio) all’unanimità i club hanno deciso di armonizzare subito la classifica completando la 25a giornata, con i quattro recuperi - Atalanta-Sassuolo, Verona-Cagliari, Inter-Sampdoria e Torino-Parma - spalmati fra sabato 20 e domenica 21 giugno.

Il gioco di incastri potrebbe completarsi se arrivasse una deroga al Dpcm che vieta le competizioni sportive fino al 13 giugno. La Lega, infatti, avrebbe chiesto di disputare le semifinali di Coppa Italia il 12 e il 13, un giorno prima rispetto a quanto pattuito sempre giovedì con il ministro Spadafora, che su questo invece non avrebbe obiezioni. La finale della Coppa Italia all’Olimpico di Roma resta invece programmata per mercoledì 17 giugno, nonostante i malumori di 3 delle 4 squadre in gara: Inter, Juve, Milan. Per ora tace solo il Napoli.

Accordo difficile sul calendario

Dopo che ieri la Liga ha ufficializzato la data della ripartenza (11 giugno, e il 12 settembre comincerà la prossima stagione). la Serie A lo farà dopodomani, lunedì. Dopo l’entusiasmo per il via libera, nell’assemblea dei club c’è stata un po’ di confusione sul calendario. Le contestazioni dei club impegnati in Coppa Italia hanno portato alla decisione di provare ad anticipare di un giorno le due semifinali di coppa, e poi di ripartire dai recuperi. Tutto il resto è stato rinviato a lunedì perché serviranno confronti non solo con il Governo, ma anche con i broadcaster: la Rai che trasmette la Coppa Italia in chiaro, Sky e Dazn che trasmettono il campionato in pay tv. C’è stata poi condivisione praticamente totale sulla bocciatura del cosiddetto «piano B» con playoff e playout. Se l’epidemia bloccherà di nuovo la stagione, è la tesi delle società, l’obiettivo è cristallizzare la classifica, senza ricorrere ad altri format.

Spadafora: «Partite in chiaro»

Durante l’assemblea di Lega si è anche parlato delle date del mercato (saranno decise dalla Figc): si dovrebbe aprire il primo settembre per chiudersi il 5 ottobre. «Fa piacere che sia stato accolto l’invito a cominciare dalla Coppa Italia», ha detto il ministro Spadafora, ribadendo poi anche la sua proposta di mediazione per arrivare alla trasmissione delle partite in chiaro. «E se non si riuscirà, io sono pronto a intervenire con un provvedimento». E questa sua posizione forte preoccupa emittenti televisive e società, già in conflitto per i pagamenti dell’ultima rata dei diritti tv. Si tratterà di capire se il ministro chiede una giornata o 13 turni, se chiede una partita o dieci a turno. Tutto è in divenire, giorno dopo giorno.

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