Si addensano nuvoloni sulla Serie A
Molti club e giocatori dubbiosi sulla ripresa

Il protocollo c’è. Il via libera del Governo anche. Ma la strada per la ripresa degli allenamenti collettivi da lunedì 18 maggio è già tornata in salita.

Molti club, si parla di Inter, Napoli, Milan (con alcuni distinguo), Atalanta, Cagliari, Verona, Brescia, Sassuolo, Fiorentina, Sampdoria e Genoa, ma il fronte delle società perplesse potrebbe essere addirittura più largo) e soprattutto i giocatori hanno infatti dubbi sulle condizioni imposte dalle nuove linee guida suggerite dal Comitato tecnico scientifico e accettate dalla Federcalcio.

E così la quiete trovata grazie all’intesa Figc-Cts ha lasciato in fretta il posto alle nubi addensate dall’Associazione italiana calciatori, ieri riunita con i rappresentanti delle squadre di Serie A per esaminare le modifiche al protocollo. «Le perplessità tra noi condivise riguardano soprattutto le tempistiche della ripresa della stagione - ha spiegato l’Aic in un comunicato - L’ipotesi del ritiro per la creazione del “Gruppo Squadra” è stata condivisa, ma in assenza di date certe per la ripresa del campionato appare prematura ogni valutazione sulle tempistiche di svolgimento dello stesso». Giudicando inoltre la misura della quarantena obbligatoria in caso di nuovi contagi, l’Aic ha rilevato inoltre esistere «il concreto rischio di doversi fermare nuovamente non appena si potrà tornare in campo, vanificando gli sforzi profusi».

Con queste premesse l’Associazione italiana calciatori ha chiesto «chiarezza sui futuri protocolli concretamente attuabili», un messaggio recepito dalla stessa Lega Serie A al termine di una riunione tra i rappresentanti dei club e i medici sociali per «trovare - hanno spiegato da via Rosellini in un comunicato - soluzioni idonee e praticabili nell’applicazione delle istruzioni ricevute, con particolare riferimento alla quarantena di gruppo e alla responsabilità dei medici sportivi».

Al riguardo venerdì 15 maggio la stessa Lega, insieme ai vertici della Federazione medico sportiva italiana, si riunirà con la Federcalcio per «individuare un percorso costruttivo di confronto con il ministro alla Salute Roberto Speranza, con il ministro allo Sport Vincenzo Spadafora, con il Cts, e giungere a un protocollo condiviso». Di fatto, anche diversi club di Serie A non sono convinti di organizzare ritiri blindati da lunedì senza la certezza che il campionato possa riprendere e, soprattutto, con forti dubbi che possa concludersi vista la misura della quarantena obbligatoria per le squadre in caso di nuovi contagi.

Un quadro complesso, dunque, con dense nubi che in serata hanno nuovamente oscurato l’ottimismo della Federcalcio per la ripartenza del campionato, manifestato peraltro anche dal presidente del Coni Giovanni Malagò. «Quante possibilità ci sono che la Serie A riparta il 13 giugno? Secondo me il 99%», ha sostenuto in mattinata il numero uno dello sport italiano. «Si sta facendo di tutto per ricominciare, per mettere il sistema in condizione di ripartire - ha aggiunto -. Per sapere poi quante chance ci sono che il campionato finisca bisognerebbe avere la palla di vetro. È il vero rischio, l’ho detto già due mesi fa con serenità: per questo dico che il calcio deve portare avanti una o più soluzioni alternative».

Nel frattempo, oggi la Figc - che ieri ha attivato un pool ispettivo della Procura federale dopo le notizie di stampa secondo cui la Lazio starebbe già effettuando a Formello partitelle contrarie alle leggi - proverà a rassicurare club, giocatori e medici per far ripartire da lunedì la macchina degli allenamenti collettivi.

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