Stendardo: «Salveremo l’Atalanta»
È una promessa da vero leader

«Tutti noi giocatori abbiamo il dovere di raggiungere la salvezza il più in fretta possibile. State tranquilli, sputeremo, come si suol dire, sangue. Naturalmente confidiamo anche nel grande contributo dei tifosi che a Bergamo sanno superarsi nel sostegno alla squadra specie nei momenti di maggior difficoltà».

Parole pronunciate da Gugliemo Stendardo, l’avvocato-granatiere di un’Atalanta che si è venuta a trovare in una situazione per nulla annunciata alla vigilia del campionato. E la chiara e inequivocabile promessa-messaggio il difensore centrale nerazzurra la fa in un inedito ruolo di autentico leader.

In un certo qual modo Stendardo coinvolge, senza mezzi termini, i suoi compagni nel garantire la quarta permanenza in serie A di fila. Del resto, senza nulla togliere al carisma, in particolare, di capitan Bellini e di «fosforo» Cigarini proprio Stendardo sembra possedere l’identikit del trascinatore e al tempo stesso della pedina ad hoc per trasmettere tranquillità e serenità all’intero gruppo.

Lo stesso rendimento in campo è puntualmente su livelli da oltre la sufficienza. Dimenticato nella primissima parte del campionato, a un certo punto, mister Stefano Colantuono si deve essere reso conto di non poterne fare a meno. E il giocatore lo ha subito ripagato con gli interessi tanto da venir, poi, sempre utilizzato. «Mi resta il rammarico che il gol che ci aveva portato in vantaggio con la Sampdoria non sia servito a niente. Pensare che quando vidi entrare in porta il pallone contro i blucerchiati mi ero illuso che sarebbe potuto bastare per blindare il risultato. Invece si sa, purtroppo, com’è andata a finire».

Dal passato all’immediato futuro: «Domenica con l’Udinese avremo l’opportunità di dar seguito al punto di Parma. Tornare nel nostro stadio, sono sicuro, sarà un valore aggiunto». Perché dubitarlo?

Arturo Zambaldo

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