Un’Atalanta dalle sette vite
ritrova furore e geometrie di gioco

Pareggio decisamente importante quello conseguito dall’Atalanta contro la temuta Inter. Un risultato che interrompe la preoccupante serie negativa e già questo è di inestimabile spessore.

Poi c’è da rallegrarsi per la prestazione che a tratti ha ricordato quelle applaudite per lunghi periodi nel girone di andata. E quando si produce gioco, di solito, i punti arrivano di conseguenza. Si fossero concretizzate le copiose occasioni da gol confezionate nei 90 minuti di gara staremmo addirittura brindando al successo pieno. Un successo, per di più, ampiamente meritato. Non è la prima volta, nel corso della corrente stagione sportiva, che l’Atalanta viene additata come la squadra dalle sette vite. Erano, infatti, parecchi che l’ avevano definita, alla vigilia del derby lombardo, la vittima predestinata di un’Inter che avrebbe voluto e dovuto risorgere subito dopo l’inatteso ko della domenica precedente con il Sassuolo, al «Meazza». Invece sono stati i nerazzurri a invertire la rotta in maniera palpabile. L’Atalanta anti Inter ha, infatti, ritrovato furore agonistico e geometrie di gioco sul manto erboso misteriosamente scomparse da un po’ di tempo.

Pure mister Edy Reja ci ha messo del suo, contro i nerazzurri sponda milanese, schierando una formazione in gran parte inedita arricchendola, a conti fatti, di una nuova disposizione tattica che ha messo in enorme difficoltà il collega Mancini. Altro che ritenere Reja ingenerosamente indiziabile di insistere sempre sul medesimo modulo e di non gettare nella mischia i giovani o quanto meno con il classico contagocce. Con l’Inter ne ha proposti un paio, Conti e Monachello usciti dal campo con sufficienze piene. Adesso si auspica continuità a cominciare dalla prossima trasferta in quel di Frosinone. Nel Lazio l’allenatore friulano disporrà di un Diamanti con una settimana in più di preparazione individuale e di amalgama con l’intero gruppo. Anche di questo va tenuto conto in prospettiva futura.

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